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Omicidio Burci, i due accusati si difendono in aula

Tribunale

Gianina Pistroescu e Sergio Benazzo ammettono di avere accompagnato la vittima a Ferrara per prostituirsi, ma negano ogni partecipazione all'orrendo delitto
Contrariamente alle attese, Gianina Pistroescu e Sergio Benazzo, accusati di avere preso parte all'omicidio di Paula Burci, hanno deciso di rispondere alle domande nel corso dell'udienza che si è tenuta questa mattina (mercoledì 19 ottobre) in Corte d'Assise.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i due sono responsabili, insieme ad altri soggetti mai identificati, dell'atroce delitto commesso nel febbraio del 2008 quando la 19enne prostituta rumena venne massacrata di botte prima che il suo corpo venisse dato alle fiamme per venire ritrovato solo un mese dopo a Zocca, nel ferrarese.
La tesi degli inquirenti è che il pestaggio-esecuzione avvenne perché la ragazza, arrivata in Italia da appena due mesi come ha confermato in aula Benazzo, si era ribellata allo sfruttamento cui era sottoposta.
In questo processo, che arriva dopo le due condanne subite sia in Assise a Ferrara che in Cassazione a Bologna,. entrambe annullate in Cassazione, Benazzo e la Pitrescu sono difesi dagli avvocati Francesca Martinolli di Adria e Rocco Marsiglia di Roma.
La tesi difensiva dell'idraulico è emersa chiaramente nel corso dell'interrogatorio: è vero che accompagnava la ragazza a prostituirsi a Ferrara, ma con l'omicidio lui non c'entra nulla.
Una tesi, pur nella diversità dei racconti e dei particolari, fatta propria anche dalla Pistroescu, che ha ammesso di avere accompagnato la vittima fino a Ferrara insieme a Benazzo, ma poi di averla lasciata in strada e di non avere avuto più notizie di lei.
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