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Profughi, lo scaricabarile dei sindaci e l'incubo Borgo Fiorito

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Il sindaco di Ficarolo, Fabiano Pigaiani

Nessun sindaco disposto ad accettare l'idea di "spalmare" i profughi in tutti i comuni della provincia. E Barbujani ad Adria avverte: "Stanno ampliando Borgo Fiorito".
L'idea di "spalmare" i profughi su tutto il territorio, costringendo ognuno dei 50 comuni del Polesine a farsi carico dell'accoglienza secondo la regola del "tre richiedenti asilo ogni mille abitanti" non piace, per niente, ai sindaci della provincia di Rovigo.



All'appello, partito dal primo cittadino di Ficarolo, Fabiano Piganiani, sono pronti a rispondere picche. Lunedì 7 novembre, alla riunione convocata in Provincia alla presenza del prefetto, saranno in molti a dire "no".



Dall'Alto Polesine, chiudono le porte sia Badia che Lendinara: "Non abbiamo posto", spiega Viaro. Stessa musica nel Delta: "Metterebbe in crisi il turismo. Non saprei proprio come potrebbero reagire i miei concittadini, Goro ha fatto scalpore". E il sindaco di Bagnolo, Pietro Caberletti: "I miei se li prenda Ficarolo".



Insomma, è uno scaricabarile. Intanto, ad Adria, lavori in corso a Cavanella Po per ampliare la struttura di Borgo Fiorito. Tanto che il sindaco Barbujani avvisa: "Potrebbe arrivare a contenere 200 persone. E' inaccettabile".



Il servizio completo in edicola nella Voce di sabato 5 novembre
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