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"Padova e Rovigo sono molto diverse", Bergamin resta saldo in sella

Politica

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Dopo la sfiducia al sindaco di Padova, Forza Italia e Lega negano qualsiasi conseguenza su Palazzo Nodari. "Non ci sarà un effetto domino"
Ranghi compatti per frenare l’effetto Bitonci.
Il reset padovano spaventa palazzo Nodari ma in queste ore tutti si affrettano a giurare fedeltà al sindaco. Compresi quei centristi che nelle ultime settimane erano indicati come i manovratori per un'eventuale sfiducia a Massimo Bergamin.

Il primo cittadino, dal canto suo, mantiene la barra a dritta. E continua ad esprimere solidarietà all’amico Bitonci.
Padova e Rovigo sono città diverse - si affretta a spiegare il vicesindaco Ezio Conchi (Forza Italia) - con dinamiche diverse. Non entro nel merito delle scelte fatte dal partito nel capoluogo euganeo,ma per quanto riguarda la città di Rovigo posso dire che abbiamo programmi e progetti da sviluppare come amministrazione. E che su questa linea si andrà avanti”.
Sulla stessa linea anche l'assessore regionale Cristiano Corazzari (Lega nord); “Far cadere un sindaco sarebbe uno sgarbo inaccettabile nei confronti della città e dei cittadini. Massimo Bergamin sta improntando in modo importante la propria azione amministrativa e i cittadini gli sono vicini. Per questo sono convinto che a Rovigo ci sia tutta la volontà, e l’intelligenza, per andare avanti con questa amministrazione”.

L’effetto domino da oltre Adige, insomma, è scongiurato. Almeno per il momento.
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