"Contro i profughi c'è chi minaccia di usare le armi"

Il carico pesante l’ha messo Carmen Mauri, sindaco di Ariano Polesine: “In municipio c’è la file di cittadini preoccupati per l’arrivo di migranti, qualcuno ha anche minacciato di fare ricorso alle armi e alle maniere forti per impedirne l’arrivo. Abbiamo letto che il prefetto ha annunciato o disponibilità dei Comuni o requisizione. Non è così che si fa”.
La riunione dei sindaci della provincia, nel corso della quale si doveva decidere se e come procedere con l'accoglienza diffusa dei richiedenti asilo (nella misura del 3 per mille rispetto alla popolazione residente), si è conclusa con un flop.
Pochi i sindaci che hanno dato la propria disponibilità ("ma al momento però non abbiamo strutture pronte"). Solo Villanova del Ghebbo, dopo San Martino di Venezze, ha aperto alla possibilità di ospitare alcune unità di immigrati.
Dagli altri si è alzato un silenzo che suona quasi peggio di un "no". Il sindaco di Crespino, Angela Zambelli, è stata netta: “Dobbiamo essere chiari, i nostri cittadini avvertono che se arriveranno migranti succederà un disastro”. E chi i profughili ospita già?
Il sindaco di Adria, Bobo Barbjani non è stato tenero: "A Borgo Fiorito la proprietà sta lavorando per portare i posti a 200... Ma anche noi siamo capaci di protestare! Di certo da parte dei sindaci presenti mi aspettavo di più".
Come di più si aspettava di certo il sindaco di Rovigo, Massimo Bergamin. La soluzione dell'accoglienza diffusa, pur non piacendogli affatto, è oggi l'unica strada che hanno i comuni per gestire il problema e impedire che sia la prefettura a decidere d'ufficio. Ma anche il suo monito è rimasto quasi inascoltato.

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