Evasione fiscale e lavoro nero, sotto accusa due aziende polesane

Evasione fiscale e lavoro nero, scatta la denuncia della Guardia di finanza di Rovigo per due aziende tessili del Polesine.



Pensava di farla franca l’azienda adriese che per pagare meno tasse fingeva di essere presente come società anche in Irlanda e di rivolgere le proprie prestazioni a questo paese. In questo modo ha potuto beneficiare dei vantaggi legati alla doppia imposizione fiscale.



Ma il “passaggio” in Irlanda era soltanto fittizio, visto che i vestiti prodotti erano destinati al mercato statunitense. Il raggiro, scoperto dalle Fiamme Gialle durante le verifiche di bilancio relative al primo semestre del 2016, è costato caro all’azienda adriese che adesso, oltre a dover restituire 6 milioni di euro allo stato, dovrà rispondere dell’accusa di evasione fiscale.



La stessa sorte toccherà a un’altra azienda tessile del Basso Polesine, finita sotto la lente della Guardia di finanza per falsificazione di fatture e lavoro nero. Ai 31 lavoratori italiani alle sue dipendenze, l’azienda non versava infatti nessun contributo, nonostante le agevolazioni di cui beneficiava figurando in credito d’iva nei confronti dello stato.



Peccato che questo credito d’iva, che secondo la legge italiana potrebbe essere compensato scorporandolo dai debiti previdenziali, fosse frutto di fatture false. Un doppio "affare", dunque, per l’azienda che, non solo non pagava le tasse dovute, ma non versava neppure i contributi ai lavoratori. Le due società tessili, insomma, si sono contraddistinte come esempi di imprenditoria per nulla virtuosa.



Il servizio completo in edicola nella Voce di domani, giovedì 22 dicembre