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Ricorso al prefetto contro l'ordinanza che vieta i botti a capodanno

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L'azienda Martarello si è rivolta al prefetto chiedendo di sospendere con urgenza le ordinanze con cui i comuni di Rovigo e Adria hanno vietato l'uso di petardi e fuochi d'artificio.
Neppure il tempo di incassare il placet del Viminale (a cui si era rivolta la prefettura per chiedere indicazioni certe sul testo da indicare al Comune) che subito esplode la "grana botti".

Dopo lo stop del Tar del Lazio all'ordinanza del sindaco di Roma, Virginia Raggi, anche in Polesine sarà l'autorità statale a dover decidere se gli atti dei sindaci di Rovigo e Adria siano legali o se, invece sian da annullare.

L'azienda Martarello Srl di Arquà Polesine (specializzata nella produzione di fuochi d'artificio e giochi pirotecnici) ha infatti dato mandato al proprio legale, l'avvocato Riccardo Giandiletti, di rivolgersi "per via gerarchica" proprio al prefetto contro le ordinanze firmate da Massimo Bergamin e Bobo Barbujani.

Ordinanze, lo ricordiamo, che vietano l'uso di botti, petardi e fuochi d'artificio nelle giornate del 31 dicembre e dell'1 gennaio.

In pratica, l'azienda sostiene che le due ordinanze non rispetterebbero quanto stabilito dal Testo unico degli enti locali e neppure le indicazioni ricevute dalla stessa prefettura (dopo avere consultato il Viminale).

A Roma, per la cronaca, la discussione di merito sul ricorso al Tar sarà affrontata il 23 di gennaio, a feste concluse. A questo punto non resta che capire cosa deciderà il prefetto, Enrico Caterino.

Servizio sulla Voce in edicola venerdì 30 dicembre.
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