Le vecchie lire all'estero "buone" per il Centro studi "Maria Bolognesi"

Ci sono 5mila miliardi di vecchie lire che attendono di essere cambiate in euro, molte delle quali in cassette di sicurezza di banche svizzere, e l'avvocato Luciano Faraon, presidente del Centro studi "Maria Bolognesi" ne sta curando il rientro. Tanto da garantire che i possessori delle lire sono pronti a versarne il 3% a favore del Centro studi stesso.



A raccontarlo un servizio del settimanale Espresso, che parla delle lire all'estero, un controvalore di circa 2,5 miliardi di euro, e dell'avvocato Faraon di Spinea che, curando gli interessi di una ventina di suoi clienti, sottolinea come sì, si tratti di soldi provenienti da evasione fiscale, ma che - sue testuali parole - "In mezzo a tanti condoni non guasterebbe farne uno in più al fine di far ripartire l'economia".



Ma il collegamento con beata Maria Bolognesi parte prima di questo servizio dell'Espresso. Dai 150mila lire che Giorgio Ronchi, cittadino italiano residente a Bissone, in Svizzera, aveva messo a disposizione come fondo della raccolta promossa da lui stesso per tutte quelle vecchie lire da devolvere a favore del Centro studi “Maria Bolognesi”. Lo avevamo raccontato nelle pagine della “Voce” il 15 settembre scorso, nel servizio per la solenne celebrazione religiosa per ricordare il terzo anniversario della beatificazione di Maria Bolognesi.



In quattro mesi a quelle 150mila lire se ne sono aggiunte altre, tanto da scomodare l'Espresso, ma pure la Banca d'Italia, che ha segnalato tutta l'operazione alla Guardia di Finanza e alla Direzione investigativa antimafia.



Il servizio completo in edicola nella Voce di martedì 10 gennaio