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La truffa del mais alla Cargill, chieste condanne per 8 anni e 7 mesi

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Sei le persone accusate di truffa aggravata. Consegnavano mais alla Cargill di Castelmassa, ma truccavano le pesate. Un milione e mezzo di euro il danno calcolato. Oggi le richieste di pena del pm.
E' alle battute finali il processo per truffa aggravata che costò al colosso americano della trasformazione alimentare Cargill, che ha sede a Castelmassa, circa un milione e mezzo di euro.



Stamattina, davanti al giudice Valentina Verduci del tribunale di Rovigo, il pm Fabrizio Suriano, terminando la sua requisitoria, ha chiesto due anni e sei mesi per Eros Pezzuolo, per Andrea Montagnana ha chiesto 2 e 5 mesi, per Agnese Lorenzetti 2 anni e 5 mesi, due anni e 4 mesi a Denis Furlan, 8 mesi a Giovanni Redi e 9 mesi a Davide Giubin.



Il giudice ha rinviato al prossimo 13 febbraio, per le repliche degli avvocati e la sentenza.



In base all’accusa, il quantitativo di mais che veniva comprato dall’azienda e che entrava a Castelmassa veniva “gonfiato” e, con un meccanismo di raggiro, la ditta pagava di più di quanto effettivamente entrava in magazzino. Una truffa scoperta nel febbraio del 2011.



Gli episodi contestati si sono svolti tra il novembre del 2010 e il febbraio del 2011. Il trucco, secondo quanto è stato ricostruito dall’accusa, era che l’autotrasportatore si presentava in azienda per la consegna del mais; l’addetto, con una scusa, evitava di farlo passare per la pesa in entrata, facendogli dichiarare quanta merce aveva scaricato solo mentre usciva. In questo modo, le cifre corrispondevano a quelle riportate da una falsa bolla ma non alla quantità effettiva del mais, inferiore, secondo quanto hanno rivelato le indagini, di dieci tonnellate ogni volta.




Il servizio completo domani 19 gennaio sulla Voce di Rovigo

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