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"Sopressa, salama regina", una bontà dai mille segreti

L'iniziativa

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Da lunedì 23 gennaio con "La Voce" un imperdibile libro dedicato al tipico insaccato veneto. Vi raccontiamo come nasce.
“Ode alla sopressa, salama regina”. E’ il titolo del libro che, da lunedì 23 gennaio, potrete trovare in edicola, in abbinamento facoltativo con la “Voce” a 5,80 euro più il prezzo del quotidiano. E parlando di sopressa, in Polesine si apre davvero un mondo. Diversi gli ingredienti e diverse le tradizioni di consumo, che cambiano dall’Alto al Basso Polesine, ma tutte concordi nella tipicità e nel gusto particolare del pregiato insaccato.



Più grossa di un normale salame, la sopressa viene lavorata e insaccata artigianalmente durante il periodo invernale e consumato almeno dopo 6 o 7 mesi di stagionatura che, proprio per le dimensioni dell’insaccato, è più lenta di quella di un normale salame. Le carni particolarmente selezionate, conservate all’interno del budello, il particolare processo di lavorazione, una stagionatura più lunga e il clima dei luoghi di produzione, sono le caratteristiche per le quali viene considerata più pregiata di un normale salame.



“Usiamo solo carne ‘buona’, niente muscoli o cotica”, spiega Davide, che da oltre 40 anni prepara in casa, a Ficarolo, salumi di vario tipo per la sua numerosa famiglia e per gli amici. E aggiunge: “La macinatura è uguale a quella del salame ma il budello è più grosso e questo fa passare meno aria durante la stagionatura, mantenendola molto più morbida e con un gusto tendente al dolce”.
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