Alessandro Duò, presidente Associazione Soci, lancia l'alternativa all'attuale dirigenza. "Una persona che rimane 20 anni nella stessa posizione finisce per lavorare principalmente per mantenerla"
“Gli elementi fondanti del Credito Cooperativo sono il legame con il territorio, la mutualità e i rapporti con la base sociale costituita prevalentemente da artigiani, agricoltori, commercianti, e imprenditori verso i quali si devono rivolgere con priorità gli impieghi e l’attività di una Bcc”. Alessandro Duò, noto imprenditore polesano, presidente dell’Associazione Soci di Bancadria, non ha dubbi: qualcosa, nella banca, deve cambiare. Era nell’aria da un po’ di tempo, ma adesso Duò e l’associazione pare proprio abbiano deciso di rompere gli indugi.
Presidente Duò, bene i richiami al mutualismo e ai rapporti con la base. Ma di preciso, ci può spiegare di cosa stiamo parlando?
“Stiamo parlando di un rinnovamento necessario. Anzi essenziale. Vede, quando una persona occupa per 20 anni una posizione, non può che vedere le cose sempre nello stesso modo, nonostante i tempi mutino. E soprattutto può rischiare di commettere sempre gli stessi errori. E il più pericoloso, è sicuramente quello di avere come priorità il mantenimento del proprio ruolo. E questo fa venire meno l’attenzione verso i soci e verso i dipendenti dell’istituto”.
Un momento difficile per le Bcc, dove le priorità dovrebbero essere altre, quindi?
“La compressione dei margini di intermediazione, il profondo mutamento dei canali distributivi a favore del digitale e la rivoluzione normativa impongono a tutte le Bcc, e quindi anche a Bancadria, delle sfide fondamentali che dobbiamo poter affrontare in modo consapevole nei prossimi anni”.
Sfide per gestire le quali, pare di capire, siete pronti a scendere in campo, diciamo così utilizzando un’espressione un po’ abusata...
“Sono sfide che sembrano toccare poco chi governa ormai da tempo immemore la nostra Banca. L’enorme consenso ottenuto in poco tempo con la costituzione dell’Associazione dei Soci di Bancadria, che ha superato i 350 iscritti, ci indica come sia davvero arrivato il momento di proporre un rinnovamento”.
Quindi nessuna apertura agli attuali vertici?
“L’ideale sarebbe riuscire a combinare un mix di rinnovamento e di persone che hanno fatto un po’ di esperienza. Nel Cda ci sono persone serie e competenti che sono al loro primo mandato”. La domanda è d’obbligo: va bene un’alternativa, ma per fare cosa?
“La finalità mutualistica propria di una Banca di credito cooperativo è il primo obiettivo da recuperare e valorizzare: la nostra banca deve innovarsi; deve investire sui giovani e deve dare slancio al territorio. E poi deve tornare a considerare l’operato e l’opinione dei soci e ritenerli non solo clienti, ma proprietari dell’istituto. Un particolare che spesso sembra sfuggire”.
Sembra riferirsi all’ultima assemblea…
“Non solo a quell’occasione, in cui si è impedito a dei soci di esprimere la propria opinione. I vertici sono stati sollecitati su molte questioni anche dall’associazione. Non sono mai intervenuti per chiarire o dare risposte ai nostri dubbi. Credo non sia l’atteggiamento corretto se credi al principio che il socio è al centro del sistema. Anche quello che non è d’accordo con te”.
In passato non sono mancate le lamentele, e pure le polemiche, per il modo in cui è stata gestita Bancadria. Ma come pensate di cambiare? Siete convinti davvero di riuscirci?
“E’ indispensabile prima di tutto una maggiore trasparenza e democrazia del sistema elettivo attraverso la modifica dello Statuto per impedire che le stesse persone rivestano le cariche sociali per vent’anni e oltre. Questo è il modo per evitare la nascita di centri di potere: il socio deve tornare ad essere un autentico ‘attore protagonista’ di una banca fondata sulla partecipazione dei propri soci”.
Come? Partecipando al rinnovo cariche, par di capire...?
“E’ mia intenzione promuovere la presentazione di una proposta che rappre senti quello che ritengo e riteniamo sia indispensabile: rinnovamento e attenzione alle richieste dei soci. I soci che non sono d’accordo con la dirigenza non sono una noia, sono un risorsa”.
E nel concreto tutto questo in cosa si traduce?
“Nel concreto ci sono una serie di operazioni non più rinviabili. Occorre sviluppare la capacità di fare credito alle famiglie e alle imprese; semplificare i processi interni; ripensare i meccanismi di presenza sul territorio. Ma fondamentale sarà valorizzare le professionalità già presenti all’interno della banca; i dipendenti sono ‘portatori di valore’ e ‘protagonisti del fare quotidiano’. Queste sono alcune delle priorità di intervento sulle quali si baserà la nostra proposta”.
Una lista con un nome?
“Non ci abbiamo ancora pensato, ma se devo pensare ad un messaggio che rappresenti le nostre intenzioni penso al “Socio Vero Protagonista”.
E lei sarà il candidato presidente?
“Non è detto. Stiamo lavorando con un gruppo coeso e rappresentativo di persone di tutto il territorio. E prenderemo assieme la decisione finale”.
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