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Assenteisti in Regione, per il consulente del giudice dipendenti "a credito"

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Se la tesi sostenuta dal consulente del lavoro nominato dal giudice passa, gli assenteisti in regione accusati di truffa sono in realtà a credito di ore (o di retribuzione). Ma il pm contesta il metodo.
Ennesima udienza fiume, quella tenuta martedì fino a sera, sul caso degli assenteisti in Regione,. Il giudice Silvia Varotto è chiamata a decidere per il reato di truffa aggravata all’ente pubbico e conta di chiudere entro il 6 marzo prossimo.




Il consulente chiamato “in corso d’opera” dal giudice dibattimentale per chiarire il computo delle presenze dei lavoratori a giudizio per le “assenze ingiustificate”, durante la sua deposizione ha sostanzialmente dichiarato che i 36 imputati sono a credito di ore (o di stipendio) nei confronti della Regione, secondo i calcoli da lui effettuati.



Al massimo - dipende dal metodo utilizzato - 26 sono a credito e 10 sono a debito di 50 - 100 euro.




In questo modo, secondo la “superconsulenza” di Livio Squarzoni, esperto di diritto del lavoro della Pubblica amministrazione, di Treviso, si sgonfierebbe l’accusa.



Tuttavia è stata altrettanto decisa la contestazione fatta in aula dal pm Sabrina Duò, che ha istruito il caso.



Il sostituto procuratore ha contestato sia il metodo utilizzato dal superconsulente, che avrebbe utilizzato le schede compilate dagli stessi dipendenti, sia il fatto che non ha computato le pause caffè, di 40 minuti al giorno, 20 al mattino e 20 durante il pomeriggio.





Il servizio completo domani 23 febbraio sulla Voce di Rovigo
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