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Cgil e Uil contrari alla fusione tra Polesine Acque e Cvs

Servizio idrico

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Sindacati sul piede di guerra

Gregnanin, segretario Uiltec, Dal Zio e Colombo segretari Cgil e Filctem chiedono una riflessione ai sindaci rispetto alla fusione tra Polacque e Cvs.
Colonizzazione, scarsi benefici al territorio, posti di lavoro in pericolo, meno investimenti in Polesine e rischio per la qualità e il costo del servizio: Cgil e Uil vedono la fusione fra Polesine Acque e Cvs a tinte fosche.



Danno parere negativo e chiedono ai sindaci polesani di riflettere sulle tante conseguenze negative che ne potrebbero derivare. Traballa, quindi, la fusione fra Polesine Acque e Cvs per la formazione di una società unica che gestisca la rete idrica in Polesine e Bassa Padovana. L’approvazione della delibera che dà l’ok alla fusione da parte dei consigli comunali infatti procede a rilento.



Le perplessità su questa unione non sono ancora state fugate del tutto, ed anzi aumenta lo schieramento di chi definisce una perdita di valore per il territorio polesano questa fusione.Fra i più critici anche i Comuni di Rovigo e Trecenta. Ora anche i sindacati alzano la voce. Nettamente contraria all’operazione è la Uil. Il segretario Uiltec di Padova e Rovigo, Giampietro Gregnanin esprime “forte preoccupazione per l’attuale percorso di fusione per incorporazione di Polesine Acque in Centro Veneto Servizi (Cvs). Non siamo contrari a sinergie o ad eventuali fusioni, ma il principio deve essere che ne derivi un concreto vantaggio per i cittadini ed il territorio”.



Sul tema interviene anche la Cgil. Filctem e Cgil esprimono “forti perplessità e preoccupazione per l’attuale percorso di fusione”. Fulvio Dal Zio e Pieralberto Colombo dicono che “non si è pregiudizialmente contrari a sinergie o fusioni ma il principio deve essere che ne derivi un reale e concreto vantaggio per i cittadini e che non penalizzi i tanti lavoratori diretti ed indiretti interessati".



Il servizio completo in edicola nella Voce di martedì 7 marzo
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