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Sindacati contrari e sindaci dubbiosi, fusione Polacque-Cvs in salita

Società pubbliche

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Appello di Cgil e Uil ai primi cittadini polesani: "Quell'operazione danneggia cittadini e comuni. Fermatela". E un gruppo di amministratori pronta a frenare.
E’ in salita la strada verso la fusione tra Polesine Acque e Cvs. I sindacati, Cgil e Uil, infatti, chiedono ai sindaci di fermare questo matrimonio. E quattro primi cittadini (Luca Prando, sindaco di Lusia, Aldo D’Achille di San Bellino, Gilberto Desiati di Villanova del Ghebbo e Francesco Peotta della vicina Barbona) si dicono dubbiosi sull’operazione.



Per i sindacati di categoria di Cgil e Uil, infatti, questo matrimonio finirà per danneggiare cittadini e lavoratori. Pieralberto Colombo e Giampietro Gregnanin esprimono “forti preoccupazioni, da parte nostra e di molti lavoratori”. “Non siamo pregiudizialmente contrari - dicono i due sindacalisti - a patto che da questo percorso derivi un concreto vantaggio per cittadini e utenti del nostro territorio, senza penalizzazioni per i lavoratori e le lavoratrici direttamente interessate. Oggi appare invece l’esatto contrario”.


“Come possiamo - si chiedono invece i quattro primi cittadini - noi amministratori comunali effettivamente tutelare il patrimonio di questi enti per fare gli interessi del cittadino-utente? Siamo sicuri, in questo matrimonio di non arrecare un danno al patrimonio comunale? Mettiamo in condizione segretari e revisori comunali di approfondire l’operazione di fusione in modo da sostenere le scelte degli amministratori”.
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