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Bancaria circuisce 88enne e diventa erede universale, sospesa dalla banca rodigina

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Guardia di Finanza

La donna che è indagata per circonvenzione di incapace, giovedì è stata interrogata giovedì dal sostituto procuratore della Repubblica Sabrina Duò. Rimangono sequestrati 600mila euro.
Sospesa senza retribuzione dall’istituto bancario di Rovigo in cui lavorava e interrogata giovedì mattina dal pm Sabrina Duò. La bancaria rodigina indagata per circonvenzione di incapace, diventata erede universale di un’anziana cliente di 88 anni, si è presentata in procura, assistita dal suo avvocato.



Il sostituto procuratore Sabrina Duò, intanto, dopo attente indagini condotte dalla Guardia di Finanza e consulenze anche psichiatriche sulla donna defunta, ha chiesto e ottenuto un sequestro per l’equivalente di ben 600mila euro in contanti, titoli e depositi in parte già nella disponibilità dell’impiegata di banca che, sfruttando la sua attività lavorativa, avrebbe abusato dello stato di infermità e deficienza psichica della cliente della banca, procurandosi un profitto illecito.



La dipendente dell’istituto di credito, in sostanza, questo almeno secondo le accuse, aveva trovato il cosiddetto “pollo da spennare”. L’indagata, infatti, mentre la donna era in vita, ha fatto parecchi prelievi dal conto dell’anziana, al momento quantificati in 30.040 euro, attraverso la carta bancomat che era in possesso dell’impiegata. Inoltre col tempo ha indotto l’anziana donna a redigere un testamento a suo favore.




Gli investigatori, durante mesi hanno ricostruito minuziosamente un periodo di circa tre anni durante i quali, l’aggravarsi delle condizioni di salute dell’anziana signora affetta da Alzheimer, ha favorito i propositi illeciti dell’impiegata di banca che, oltre a sottrarre risorse direttamente dal conto della vittima utilizzando un bancomat, era riuscita a farsi nominare erede universale dell’ingente patrimonio della malcapitata, inducendola a firmare il testamento appena tre giorni prima dell’ingresso di quest’ultima in una casa di cura di Rovigo.



L’indagine, durata sei mesi, è cominciata grazie alla segnalazione degli eredi della donna, rimasti a bocca asciutta.


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