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Uccisero il barista e abbandonarono la bambina

L'omicidio di Canaro

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Il luogo dell'omicidio, la vittima Antonio Piombo, e il carabiniere accusato dell'assassinio, Salvatore Ciammaichella

Chiusa l’indagine sull’omicidio di Antonio Piombo, aumentano le accuse contro la coppia. Si è stretto il cerchio attorno a Salvatore Ciammaichella e a Monia Desole. La figlia di lei era in macchina.
Non solo omicidio volontario, ma anche abbandono di minore e rapina.



In una pagina e mezza di accuse il sostituto procuratore Fabrizio Suriano, che ha chiuso da pochi giorni le indagini sull’omicidio di Antonio Piombo, il barista di Ceregnano, ha sintetizzato l’orrore di quella notte tra il 26 e il 27 maggio del 2016 nella golena di Garofolo, frazione di Canaro.



Dunque Salvatore Ciammaichella, il carabiniere 46enne accusato di aver freddato Piombo, con due colpi di pistola, e Monia Desole, sua compagna, accusata in concorso dell’omicidio, devono anche rispondere dell’abbandono della figlia della donna, di otto anni, che secondo lo stesso racconto reso dall’indagato, era presente con loro in auto.



Accusati anche di aver rapinato il barista della stazione di Padova, che era solito frequentare la golena.




Durante questi mesi di indagine del nucleo investigativo dei carabinieri di Rovigo, coordinati da Suriano, il maresciallo di Cento (Ferrara), ha anche cambiato difensore.



La difesa, infatti, è stata assunta dall’avvocato Virginia Falbo di Bologna, che in settimana si recherà in carcere a Rovigo, per parlare con l’indagato e decidere le strategie difensive.



Il servizio completo sulla Voce di Rovigo di oggi 12 aprile
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