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Nuova società idrica, i polesani pagano per non contare nulla

Polacque-Cvs

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La sede di Polesine Acque in via Benevenuto Tisi da Garofolo a Rovigo

La redditività delle due aziende è pressoché equivalente, ma i comuni della provincia di Rovigo nella nuova società peseranno appena il 22,4%.
Una fusione con molti punti oscuri. Il matrimonio tra Polesine Acque e Cvs presenta più di qualche ombra. E sul tavolo dei sindaci, che nei prossimi giorni saranno chiamati ad approvare la delibera per l’incorporazione dell’azienda idrica della nostra provincia con quella della Bassa Padovana, stanno piovendo in questi giorni i pareri negativi dei tecnici.



Perché nella nuova società il Polesine conterà davvero pochissimo: appena il 22,42%, mentre i comuni padovani si spartiranno il 77,58% delle azioni.



Nonostante i risultati operativi di Polacque siano più o meno in linea con quelli della sua promessa sposa di oltre Adige. Nel dettaglio, nel 2016 i ricavi di Cvs si sono attestati a quota 20,5 milioni di euro contro i 18,4 di Polacque. L’anno precedente, invece, i ricavi di Cvs erano stati di 40,5 milioni a fronte dei 40,4 dell’azienda polesana. Praticamente pari.



Questo vuol dire che, almeno dal punto di vista della redditività le due aziende di fatto si equivalgono. Eppure, pagando pressoché lo stesso importo, per quanto riguarda le bollette, i polesani si troveranno a contare un terzo rispetto ai padovani.



Il servizio completo sulla Voce in edicola domenica 16 aprile.
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