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Fiumi avvelenati, concentrazioni di erbicidi sopra la media

Ambiente

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I dati dell'Arpav hanno rivelato elevate concentrazioni di diserbanti nell'Adige, nel Nuovo Adigetto e nel Po. Tre le sostanze incriminate, usate in agricoltura.
A minacciare le acque polesane non sono soltanto i Pfas, al centro in questo periodo di un acceso dibattito, ma anche gli erbicidi.



In base ai dati dell'Arpav relativi ad alcuni campionamenti effettuati tra il 2015 e il 2016, i fiumi della provincia presentavano concentrazioni di sostanze chimiche superiori alla media annua stabilita dalla normativa in vigore.



In tutto il Veneto sono otto i siti che non hanno rispettato lo standard di qualità e di questi, tre riguardano il Polesine, dove concentrazioni eccessive di erbicidi sono state registrate nell'Adige, all'altezza del ponte di Anguillara veneta, vicino a San Martino di Venezze, nel Nuovo Adigetto ad Adria e nel Po di Venezia a Sabbioni di Corbola.



Ad "avvelenare" i corsi d'acqua è un pericoloso tris di sostanze usate in agricoltura: Ampa, Glifosinate di ammonio e Glifosate, uno degli erbicidi più utilizzati a livello mondiale, impiegato come diserbante tanto nei frutteti quanto nei campi, prima della semina o della piantumazione delle colture.



Una sostanza contro cui le associazioni ambientaliste hanno puntato il dito accusandola di provocare tumori, nonostante l'Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) l'abbia classificata come "non cancerogena".



Occhi puntati, quindi, sulle acque polesane perché se da un lato nell'ultimo campionamento effettuato, risalente a dicembre del 2016, i parametri erano a norma, il rischio di sforamenti dannosi per l'ambiente e per la salute dei cittadini è sempre in agguato.

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