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Il sindaco boicotta il Due giugno

Rovigo

Bergamin: “Ho scelto di non partecipare in segno di protesta contro il governo”. Maggioranza spaccata. La critica di Avezzù: “Un gesto gravissimo. Prendo le distanze”.
Due giugno, festa della discordia. A Rovigo, come in tutta Italia, si è celebrato l’anniversario della nascita della Repubblica. Come ogni anno l’evento ha preso il via con la sfilata delle forze armate in piazza Vittorio Emanuele II, per poi proseguire con gli interventi delle autorità. Ma stavolta sulla cerimonia pesava un’assenza importante. Il sindaco Massimo Bergamin infatti, ha deciso di non partecipare, in segno di protesta contro il Governo.

"Mi unisco all'invito del leader della Lega Nord Matteo Salvini che ha chiesto, a noi sindaci, di non prendere parte alle manifestazioni del 2 giugno in segno di protesta - spiega Bergamin - Una Repubblica ‘occupata’ da un governo politicamente abusivo che, negli ultimi quattro anni, si è indebitamente appropriato di quattro milioni di euro dei miei concittadini. Tagli che impediscono di intervenire concretamente a sostegno delle nostre famiglie per i disagi sociali, per sistemare le scuole, per gli impianti sportivi, per la viabilità, per le frazioni, per le buche”.



Immediate le reazioni politiche, a cominciare proprio da Paolo Avezzù, presidente del consiglio comunale: “Ritengo grave che il sindaco non abbia partecipato alla cerimonia del 2 giugno perché lo ha detto il suo leader di partito Salvini - afferma - Forse non ha ancora capito, dopo ormai due anni dalla sua elezione, che rappresenta tutte le forze politiche che lo hanno eletto e, ancora di più, tutta una città. Non posso che prendere le distanze da un comportamento del genere”.


Il servizio completo sulla Voce in edicola il 3 giugno
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