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Rovigo bene e spaccio di droga: la scelta del silenzio dal carcere

La maxi inchiesta

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Hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, tre degli arrestati, ora in carcere, coinvolti nella maxi inchiesta sullo spaccio di cocaina in città e nella “Rovigo bene”.
Hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, i fratelli Denis Ahmeti e Desiad Ahmeti (difesi dall’avvocato Danillo Taschin) e Agron Cuni (difesi dall’avvocato Elena Gagliardo).



I tre ora si trovano in carcere. Sono comunque più di 20 le persone (fra arrestati ed indagati) coinvolte nella maxi inchiesta sullo spaccio di cocaina in città e nella “Rovigo bene” condotta della squadra mobile di Rovigo e coordinata dal sostituto procuratore Monica Bombana.



All’alba di mercoledì mattina erano scattate le perquisizioni in casa dei rodigini indagati per spaccio di droga, con cessioni documentate dall’inchiesta della questura. Si tratta di professionisti (alcuni davvero molto noti), commercianti e pubblici esercenti.



Mercoledì mattina è stata inoltre eseguita l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per cinque tra albanesi e italiani considerati i fornitori delle dosi della “polvere bianca”, mentre per due il gip Pietro Mondaini ha disposto l’obbligo di presentazione alla pg. Per quanto riguarda le persone coinvolte nell’inchiesta, sono in carcere appunto Denis Ahmeti, 26 anni, e il fratello Desiad Ahmeti, 25 anni; Valter Berisha, 26 anni, albanese residente nel bergamasco; Agron Cuni, 51 anni, albanese residente a Trescore Cremasco; Nicola Chiarion Sileni, 43 anni. E’ stato disposto, invece, l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, quindi della firma, per Enzo Andreotti, 50enne, e Ismail Fida, 29 anni, albanese residente a Rovigo.



Il servizio sulla Voce del 17 giugno
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