Ecoambiente, il tango della fusione

La tradotta dei rifiuti procede lentamente verso la fusione tra Consorzio Rsu ed Ecoambiente.



Tre giorni fa la conferenza dei sindaci che doveva esprimersi sull’affitto del ramo d’azienda degli impianti del Consorzio da parte di Ecoambiente, non ha raggiunto il numero legale. Un passo indietro.



Ieri mattina, invece, si è tenuta l'assemblea dei soci di Ecoambiente con i rappresentanti del Consorzio Rsu, il commissario Pierluigi Tugnolo, l’amministratore delegato di Ecoambiente Ivano Gibin e i rappresentanti del Comune di Rovigo sempre sullo stesso tema. Un passo avanti.



Perché nell’attesa che entro il 31 dicembre del 2017 si arrivi alla fusione, l’assemblea dei soci ha votato sì all’affitto del ramo d’azienda.



“Con queste decisioni si mettono in sicurezza la società Ecoambiente, i suoi lavoratori e la gestione del ciclo rifiuti a lungo termine da parte di una azienda polesana”, ha spiegato il sindaco Massimo Bergamin, presente insieme all’assessore Susanna Garbo, al dirigente Alfonso Cavaliere e all’avvocato del Comune, Ferruccio Lembo.



La discussione a 50 (e più) voci non è facile da gestire. Così il primo cittadino di Rovigo avvisa da una parte il Consorzio Rsu che se non pone la massima attenzione (al ribasso) sulla valutazione contabile e di stima del separatore, attualmente stimato 6 milioni di euro, la sua posizione di raffredderà. Dall’altra avverte che nominerà un proprio advisor per rivedere (al ribasso) le valutazioni in vista della fusione.



E il primo cittadino di Rovigo bacchetta i colleghi che non hanno ancora adempiuto a tutte le pratiche per costituire il Consorzio di bacino (sono 5 più Porto Tolle che non ha ancora deciso). "Se non si riuscirà a terminare il processo per tempo, sarò costretto a chiedere il commissariamento alla Regione Veneto".




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