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Lo strano caso dell'assessore e dei "suoi" profughi

Rovigo

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Andrea Donzelli

Andrea Donzelli si è dimesso da presidente, ma dopo appena sei mesi è rientrato nel Consiglio di Acquathlon, la coop che affitta l'Ostello di Arquà per ospitare i profughi...
Era l’11 settembre 2015 quando l’assessore alla Cultura del Comune di Rovigo annunciò di essersi dimesso “già da fine giugno” dalla carica di presidente di Acquathlon, la cooperativa che ad Arquà affitta l’ostello alla Porto Alegre per l’ospitalità dei profughi. Un affare. Un grosso affare. ([url"Leggi l'articolo con tutte le cifre in ballo"]https://www.polesine24.it/Detail_News_Display/Rovigo/l-assessore-della-giunta-leghista-fa-affari-d-oro-con-i-profughi[/url]).



Quando il caso venne sollevato, l’inopportunità politica di quella carica era balzata subito agli occhi: un assessore di una giunta a forte trazione leghista che affitta ai profughi rischiava di generare, diciamo così, un corto circuito politico.


Tutto risolto? Visure camerali alla mano, Andrea Donzelli si è realmente dimesso dalla presidenza di Aquathlon, ma il 31 dicembre 2015 e non a fine giugno. Facciamo che sia un ritardo di registrazione e la chiudiamo lì.


Quello che invece proprio non era prevedibile è che, uscito dalla porta (con le dimissioni da presidente), dopo appena sei mesi l’assessore rientrasse dalla finestra, con un posto nel consiglio di Aquathlon. Il sindaco Bergamin, che all’epoca era al fianco di Donzelli quando annunciò di essersi dimesso, è stato informato?


Non c’è niente di illegale, per carità. Però... Però l’inopportunità, con un primo cittadino sempre più esposto a livello nazionale nella battaglia per una gestione diversa del fenomeno profughi, è sempre la stessa. Anzi, se possibile è ancora maggiore visto il peso assunto da Bergamin all’interno della Liga Veneta.


Scorrendo poi la visura camerale, salta fuori un altro particolare. Nella stessa compagine sociale compare un nome che recentemente è tornato più volte alla ribalta della politica rodigina. Ovvero quello dell’imprenditore Massimo Turri, a cui sono legati anche altri esponenti della compagine sociale di Aquathlon. Il nome di Turri, storico amico dell’ex consigliere regionale Renzo Marangon, con una sua società fra i grandi sponsor di Alessandra Moretti nella campagna elettorale contro Luca Zaia, è stato tirato in ballo più volte quando si è parlato delle trattative per la fusione fra Polacque e Cvs. Si sarebbe proposto come trait d’union fra sindaci pro sì, in primis il sindaco di Lendinara Gigi Viaro, e lo stesso Bergamin.



Non solo. Un uomo a lui legato, Elia Lubian, è stato nominato da Bergamin e proprio da Donzelli alla guida della Fondazione Rovigo Cultura al posto di Giampiero Beltotto, già portavoce di Luca Zaia. Tutte casualità e coincidenze, senza dubbio. Ma una riflessione politica, almeno quella...
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