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Gamba alla deriva, resta il giallo

Non è stato ancora recuperato l’arto umano avvistato nella laguna Marinetta

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Il giallo si somma a quello dei resti di una donna recuperati nel delta un paio di anni fa.
Le gambe del delta. Un altro mistero su gambe staccate e rinvenute nelle acque del Basso Polesine che rischia di rimanere senza soluzione.


La gamba umana avvistata, e fotografata, nella notte fra giovedì e venerdì, infatti non è ancora stata recuperata. Dopo la prima segnalazione da parte di un pescatore, infatti, che l’aveva vista all’interno della laguna Marinetta, fra Rosolina e Porto Levante, la gamba si è persa fra le onde delle lagune e del mare che bagna le coste del delta.


L’arto, infatti, è stato cercato per ore da vigili del fuoco e capitaneria di porto, senza però che si sia riusciti a rinvenirla. Probabilmente la corrente l’ha mandata alla deriva in chissà quali posti, forse incagliata fra gli arbusti di qualche riva, oppure insabbiata lungo qualche tratto di litorale. O, chissà, spinta su altre coste dal gioco delle correnti. Anche ieri vigili del fuoco e capitaneria non hanno trovato tracce della gamba finita in acqua.


Il giallo della gamba resta, quindi tale, anche perché al momento non si hanno notizie di persone scomparse, e nemmeno di ritrovamenti di altre parti del corpo. Perché è chiaro che se una gamba galleggia alla deriva, da qualche parte potrebbero esserci altri resti umani collegati allo stesso arto. Il mistero è anche legato alla provenienza di quella gamba, che potrebbe essere giunta sulle coste polesane o seguendo il corso delle varie vie d’acqua che solcano il territorio della provincia di Rovigo, oppure potrebbe anche essere stato abbandonato da qualche imbarcazione, magari per disfarsi della prova di un macabro delitto.


Il giallo della gamba non è il primo che avvolge il delta. E’ infatti rimasto insoluto quello relativo al ritrovamento di due gambe umane, avvenuto un paio di anni fa a distanza di pochi giorni uno dall’altro. Le gambe, che le analisi hanno dimostrato appartenere ad una giovane donna, erano state segate dal resto del corpo con una sega. Sui due resti fu anche estratto il profilo del dna, destinato ad essere inserito in una banca dati per verificare eventuali compatibilità con altri profili. Nessuna corrispondenza è però emersa ed anche le varie segnalazioni di persone scomparse non hanno mai fatto emergere collegamenti o punti di coincidenza con le due donne. L’ipotesi è che fossero appartenute ad una giovane donna, forse dell’est Europa, finita poi nel giro della clandestinità e per questo senza documenti di riconoscimento ufficiali. Alle due gambe senza un nome e senza un perché, ora si aggiunge la gamba vista, e poi scomparsa fra le onde delle lagune bassoloesane.
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