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Granzette, ex ospedale psichiatrico simbolo dell'abbandono

Fantasmi urbani

Oltre 215mila ettari di parco e un'area di 16mila coperta lasciati nel degrado: è da pazzi lasciarlo così.
Tra un paio di mesi, esattamente il 28 ottobre, ricorre l’88esimo anniversario dall’inaugurazione del Manicomio di Rovigo, a Granzette. E da circa 20 anni la struttura, di proprietà dell’azienda sanitaria locale (la Ulss 5 Polesana), è dismessa, dopo la chiusura del manicomio, in ossequio alla Legge Basaglia del 1978, nel 1980.



Si tratta di un’area che copre una superficie totale di 215.737 metri quadrati, dei quali 16.388 coperti. In totale, secondo i dati dell’epoca, doveva accogliere al massimo 300 pazienti. L’ospedale psichiatrico era intitolato al re d’Italia, Vittorio Emanuele III. L’ex manicomio, vincolato come bene culturale e paesaggistico per l’enorme parco verde che lo contiene, è ormai il simbolo dei luoghi abbandonati nelle frazioni rodigine.



Sono stati molti, negli anni, i tentativi di recuperare quest’area, che rappresenta per Rovigo un grandissimo polmone verde. E’ stato anche “protagonista” di un progetto dello Iuav di Venezia per il quale 138 studenti del Labortorio di restauro architettonico avevano potuto studiare l’edificio e l’area dal vivo, grazie a un accordo dell’università veneziana con l’allora Ulss 18 e la provincia di Rovigo. “(Im)Memoriale. Ex Ospedale Psichiatrico di Rovigo” fu il titolo della mostra che ne scaturì, prima inaugurata nella chiesa dell’ex ospedale psichiatrico stesso, poi trasportata a Venezia.



Successivamente, pochi mesi fa, l’idea della giunta comunale di Rovigo di riaprire solo il parco attraverso il rinnovo della convenzione per il suo utilizzo pubblico. A promuoverla l’assessore Antonio Saccardin, insieme alle associazioni ambientaliste, Italia Nostra e Wwf, e alla Provincia di Rovigo. L’idea di fondo è quella di destinare il parco dell’ex ospedale ad utilizzo pubblico con aperture settimanali.



Il servizio completo in edicola sulla Voce di mercoledì 23 agosto
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