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La febbre del Nilo colpisce un ottantenne

Ricoverato all'ospedale di Rovigo

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Dall'inizio del mese l'uomo è ricoverato nel reparto malattie infettive. Le sue condizioni sono preoccupanti.
Un uomo ottantenne di Solesino è ricoverato da inizio mese nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Rovigo: il padovano è stato colto dalla cosiddetta “febbre del Nilo occidentale”, contagiato dal virus noto anche con il nome di West Nile. Le sue condizioni sono critiche, come confermano gli stessi familiari dell’anziano.


“E’ stato ricoverato in ospedale a Rovigo sabato 2 settembre, dopo una settimana di febbre costante, anche molto alta, e di continui svenimenti - le parole dei familiari - uno specifico esame del sangue e uno con prelievo dal rachide hanno confermato il contagio da West Nile. Attualmente è cosciente, ma le sue condizioni sono preoccupanti e le dimissioni ad oggi sono un miraggio”. L’anziano, che vive nella campagna tra Solesino e Stanghella, si era rivolto al pronto soccorso dell’ospedale di Schiavonia lo scorso 28 agosto: una febbre molto alta, che ha toccato i 39 gradi, e due svenimenti consecutivi hanno portato la famiglia a chiedere l’intervento dell’ambulanza. L’ottantenne è rimasto ricoverato per tre giorni, quindi è stato dimesso mercoledì.


Nella serata dello stesso giorno un ulteriore svenimento ha indotto all’ennesima richiesta di intervento: l’uomo è rimasto in osservazione breve intensiva per tutta la notte e rimandato a casa la mattina successiva. “Anche senza picchi elevati, la febbre non se ne è mai andata e la fiacchezza era evidente - continuano i familiari del paziente - sabato sera ci siamo rivolti all’ospedale di Rovigo, che in due giorni ha diagnosticato il contagio da West Nile connessa ad una forte encefalite, legata probabilmente al persistere della febbre”.


Forte è il rammarico della famiglia per la doppia dimissione a Schiavonia: “E’ stato dimesso nonostante la febbre. Viene facile pensare che le sue condizioni gravi siano legate anche al riscontro tardivo della patologia”. L’Usl 6, tuttavia, sottolinea come “in entrambi i casi il paziente è stato dimesso apiretico (senza febbre, ndr) e asintomatico (dunque senza i sintomi del West Nile, ndr) e con l’esclusione di qualsiasi patologia grave”.
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