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Sicc in crisi, tagli e rischio chiusura

Economia

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Lo stabilimento della Sicc in viale Porta Po

La fabbrica di serbatoi in grossa difficoltà, pronto un piano con almeno 20 licenziamenti. I lavoratori della fabbrica in agitazione e pronti alla mobilitazione: così non ci si risolleva più.
La proposta di piano industriale parla del taglio di oltre venti lavoratori e di esternalizzazioni. Ma fra i dipendenti della Sicc di viale Porta Po circolano già voci di una situazione non più recuperabile, con lo spettro, sempre più possibile, della chiusura dell’intero stabilimento.
La Sicc è una fabbrica specializzata nella produzione di serbatoi e grosse cisterne. Attualmente ci lavorano poco meno di 80 persone, ma per tutte loro il futuro professionale è fitto di grossi nuvoloni.


Per ora i sindacati non parlano e rimandano tutto alle assemblee dei dipendenti, che dovrebbero scattare a partire da lunedì. Ma fra gli operai dell’azienda che fa parte del gruppo Guerrato la tensione è in costante risalita e la spia dell’allarme si è accesa già da diverse settimane. Acque agitate quindi e gli stessi lavoratori non escludono di dare il via, entro pochi giorni, a forme di mobilitazione e protesta contro un piano di rilancio che, a detta degli stessi addetti, sembra fare acqua da molte parti.



La crisi Sicc, che esiste a Rovigo da parecchi decenni, parte da lontano, da prima della crisi economica che dal 2008/09 ha falcidiato l’economia internazionale e polesana. Tutto nasce, sempre secondo alcuni dipendenti, da scelte gestionali non sempre oculate. Per non parlare poi delle difficoltà del settore e del mercato internazionale. Sofferenze che hanno provocato, nel corso degli anni, un debito sempre più consistente, con molti zeri.


Ed ecco che la proposta di piano industriale, già circolata fra alcuni dipendenti, contiene i primi segnali di un “lacrime e sangue” duro da digerire e che non prevede, come priorità sviluppo e nuovi mercati. Il piano prevede un robusto taglio al personale, si parla di oltre venti licenziamenti da assestare in tempi brevi, sia fra gli operai che fra gli impiegati amministrativi. Non solo perché la linea individuata dalla dirigenza parla anche di una esternalizzazione di determinate attività, con la speranza che questa nuova riorganizzazione, e ridimensionamento, possa portare ad un contenimento dei costi e delle uscite.


Il servizio completo sulla Voce di oggi 14 settembre
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