Bergamin: Consiglio di bacino, dubbi sulla regolarità delle firme

“Ho ravvisato dubbi di regolarità sulla raccolta delle firme sulla lista dei candidati al Consiglio di bacino. Per questo mi sono fermato, per preservare il mio Comune. Ora verificherò con l’ufficio legale come procedere”.


Parole pesanti come pietre quelle pronunciate ieri dal sindaco di Rovigo Massimo Bergamin. Parole con cui attacca il Consiglio di bacino sorto poco più di un’ora prima instillando il sospetto che la raccolta delle firme in calce alle candidature sia avvenuta in modo irregolare.


Il sindaco però non spiega in chi modo si sarebbe concretizzata questa irregolarità, dicendo che “si tratta di atti formali messi in atto in qualità di pubblico ufficiale. Io ho assistito di persona, e con me altre due persone. Ho il dubbio che siano atti irregolari, verificherò se questo modo di fare è una prassi regolare o meno”.


Cercando di interpretare le parole del primo cittadino vien da pensare che secondo lui le firme raccolte fra i sindaci polesani dai promotori della lista unica per il Consiglio di bacino possano essere avvenute in bianco, ossia prima ancora di apporre i nomi dei candidati al comitato di bacino. Oppure che fossero state presentate due liste diverse, scartandone poi una delle due. Oppure ancora che siano state commessi atti “anomali” al momento della stesura del documento. Vale a dire cancellare un nome per sostituirlo con un altro.
E ancora: “Io non ce l’ho con nessuno, nè con i sindaci, nè con Gino Alessio. Viva il Consiglio di bacino. E se si dimostrerà che quanto è avvenuto è regolare, tutto bene”.
Bergamin aggiunge anche che “sono il diretto testimone di un fatto assieme ad altre due persone. Mi consulterò con l’ufficio legale del Comune perché non sono io a dover decidere se quello che ho visto è prassi o meno".