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Premi, i sindacati vogliono addirittura una commissione d’inchiesta

Comune

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Oggi 130 dipendenti in assemblea per contrastare la delibera sul salario accessorio che ha messo fine ad una storia che andava avanti dal 2012.
Si sono ritrovati in Gran Guardia, i dipendenti del Comune di Rovigo. Centotrenta lavoratori scontenti della soluzione trovata dalla giunta Bergamin e dai dirigenti sul salario accessorio: quei 715 euro che “sanano” in parte la produttività del 2015 e del 2016 a loro non bastano.



Non è stato fatto tutto quello che poteva essere fatto - ha detto Cristina Garbin della Uil Fpl - di fatto ‘buttando in vacca’ sia i due milioni accantonati in questi anni”. “Un furto”, lo ha definito addirittura Paolo Zanini, della Cgil funzione pubblica.



Ora le tre sigle Cigl-Cisl e Uil hanno unito le forze e intendono proseguire la loro battaglia per il salario accessorio bloccato dal 2012 in seguito a un’ispezione del Ministero delle finanze che contestava le somme versate. E intendono agire su tre piani.



Innanzitutto è allo studio un’azione legale “comune” in cui ciascun lavoratore deciderà di partecipare, seguita dagli uffici legali dei tre sindacati uniti. Ancora non è chiaro quale possa essere il vulnus legale della delibera varata la scorsa settimana dalla giunta Bergamin. “Il blitz”, come lo hanno definito i sindacalisti.



Inoltre Cgil, Cisl e Uil vogliono coinvolgere i consiglieri comunali. E a loro vogliono chiedere di attivare una commissione d’inchiesta per capire cosa non sia stato fatto e chi abbia sbagliato.



Difatti in un incontro informale Nicoletta Cittadin, il dirigente al Personale, che ha preso in mano in seconda battuta la questione del salario accessorio che fino a giugno era in mano ad Alfonso Cavaliere, avrebbe dichiarato che sulla vicenda aveva le mani legate.

Il servizio completo sulla Voce di Rovigo di domani 19 ottobre
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