Lega, avviso di sfratto a Benetti

“Fabio Benetti non è autorizzato a parlare a nome della Lega Nord, lo fa a titolo personale”. La precisazione di Stefano Raule, commissario comunale del Carroccio, dimostra quando, in casa Lega, la misura sia colma e quanto i rapporti con Benetti, consigliere comunale, siano, non solo precari, ma addirittura in via di biforcazione definitiva. Ognuno per la sua strada insomma.


Raule non anticipa mosse o conseguenza, ma puntualizza che “le prese di posizione di Fabio, le sue iniziative politiche, non sono autorizzate dal partito, non sono né condivise né supportate. Se parla lo fa a titolo personale, il nome della Lega Nord non c’entra niente”. Rapporti burrascosi anche perché “da tempo Benetti alle riunioni politiche di partito non si vede, non concorda col resto del gruppo alcuna azione. In consiglio comunale si muove autonomamente. Non so se stia perseguendo un suo disegno politico, di certo il gruppo Lega Nord non potrà accettare a lungo questo suo comportamento”.


Le parole del commissario e consigliere del Carroccio suonano come un avviso di sfratto nei confronti di Benetti. Alla Lega non è piaciuta nemmeno l’ultima iniziativa di Benetti, l’invito, poi sbandierato ai 4 venti, di Umberto Bossi nella sua azienda agricola. Un appuntamento fissato per domani pomeriggio che vedrà il Senatur tornare a Rovigo proprio alla vigilia del cruciale referendum regionale sull’autonomia del Veneto. Qualcuno potrebbe obiettare: ma come? Se Bossi, il padre storico della Lega Nord arriva in Polesine, perché la cosa dovrebbe disturbare il gruppo consiliare del Carroccio. Semplice: da mesi Bossi è su una linea politica diversa da Matteo Salvini, il leader nazionale leghista. E proprio Benetti (che pure sostiene il sì al referendum), rifacendosi alla figura di Bossi si è spesso differenziato dal resto del suo partito. La cena di domani, in questo senso, sembra l’ennesimo punto di frattura.