"Scabbia, la scuola non ci ha detto nulla"

Ore 13, la campanella delle scuole Parenzo suona la fine delle lezioni. Nel piazzale davanti all’edificio, mentre i genitori aspettano che i propri figli escano dalle classi, l’argomento è uno solo: i casi di scabbia registrati nei giorni scorsi in quell’istituto e nella vicina scuola elementare Miani. In totale sono tre gli alunni contagiati, tutti fratelli, e al momento sono stati messi “in quarantena” per evitare che l’infezione si diffonda ulteriormente.



Tra i genitori degli studenti, come è ovvio, regna un po’ di allarmismo, ma soprattutto tanta rabbia per non essere stati informati tempestivamente dalla scuola su ciò che stava accadendo. Solamente alle famiglie degli alunni delle classi frequentate dai tre fratellini, infatti, è stato consegnato l’avviso con le indicazioni da seguire nel caso i bimbi lamentino un fastidioso prurito.



“Mi chiedo perché non abbiano avvertito tutta la scuola - racconta un signore mentre attende che il proprio figlio esca da scuola - secondo me in questo modo l’Ulss e l’istituto hanno solo aumentato le preoccupazioni dei genitori, che non sanno bene cosa sta succedendo. Se avessero spiegato a tutti fin dall’inizio come si diffonde questo parassita e cosa fare in caso di contagio non credo che ci sarebbe stata tutta questa apprensione”.


“La comunicazione è stata data solo alla classe dove si è verificato il caso, che poi è quella dove è anche mio figlio – concorda un’altra signora – credo che sarebbe stato meglio se fosse stata data a tutte le famiglie, visto che anche i loro figli frequentano la scuola e la palestra. Sono un po’ preoccupata per quello che sta succedendo, ma ho scelto di mandare comunque mio figlio a scuola”.

Il servizio completo sulla Voce in edicola il 21 ottobre