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Sindaci-Compostella, limite rottura

Adria

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I primi cittadini stanno mettendo a punto un documento, deluso anche il comitato. Viene chiesto all'assessore Corazzari di farsi garante di corretti rapporti istituzionali.
Se è vero che il detto evangelico insegna a porgere l’altra guancia di fronte a un torto, è altrettanto vero di “guance ne abbiamo solo due” come rammentava Giulio Andreotti.
E’ questo, in sostanza, il messaggio mandato dai sindaci del comprensorio ex Ulss 19 al direttore generale dell’Ulss 5 polesana Antonio Fernando Compostella, per dire che “la pazienza è finita e non sono più permessi comportamenti di sgarbo istituzionale” come evidenzia il sindaco Massimo Barbujani.


La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione di Compostella di inviare l’atto aziendale in Regione, senza consultare i sindaci, “un iter - ribadisce Barbujani - non corretto e non rispettoso del nostro ruolo, visto che noi sindaci siamo quotidianamente a contatto con la cittadinanza”. E aggiunge: “Ci siamo trovati davanti a un fatto compiuto, questo non va bene”.


Adesso i primi cittadini di Adria e del Delta stanno mettendo a punto un documento nel quale, oltre a esprimere forte risentimento per quanto accaduto, si intende ribadire le particolarità e le peculiarità del territorio bassopolesano, pertanto si chiede più autonomia e capacità gestionale al distretto dell’ex Ulss 19. Questo documento sarà consegnato domani all’assessore regionale Cristiano Corazzari, al quale verrà chiesto di farsi garante di corretti rapporti istituzionali tra sindaci e vertici dell’azienda sanitaria, quindi di consegnare il documento a Compostella e promuovere quanto prima un incontro.



Il servizio completo sulla "Voce" di venerdì 3 novembre.
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