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Calci e pugni a una donna incinta. Lei perde il bambino

Il caso

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Una giovane indiana era stata aggredita dall'ex amante e dalle figlie di lui. Da quando la relazione si era interrotta, l'uomo la perseguitava minacciandola di diffondere suoi filmati porno.
Calci, pugni e spintoni, fino a farla abortire. Nasce in un contesto di degrado l'agghiacciante violenza subita da una donna indiana che all’epoca dei fatti - nel 2013 - aveva 33 anni.



Oggi (16 novembre) davanti al collegio del tribunale di Rovigo la presunta vittima ha rilasciato la propria testimonianza, raccontando di come l'ex amante e le due figlie di quest'ultimo l'avessero spinta a terra e presa a botte nel giardino di casa ferendola alla fronte. La donna era al terzo mese di gravidanza e pochi giorni dopo aveva perso il feto che portava in grembo.



Oltre alle accuse di ingiurie, lesione aggravate e procurato aborto di cui devono rispondere sia l'ex amante, sia le due figlie, al 46enne viene contestato anche lo stalking.



Dopo la rottura del loro rapporto, infatti, avrebbe perseguitato la donna chiamandola a ogni ora del giorno e della notte e mandandole messaggi ingiuriosi e minacciosi. In un caso, l’imputato avrebbe detto alla ex amante di avere consegnato a un suo amico i video a sfondo sessuale registrati in passato per pubblicarli su Internet.



Nell'udienza di oggi sono stati sentiti, oltre alla donna, alcuni testimoni dell'accusa e della parte civile, tra cui una dottoressa che però non ha saputo fornire prove certe sull'origine dell'aborto, che potrebbe essere stato naturale oppure causato dalla caduta. Si tornerà in aula il 21 dicembre per la prossima udienza, in cui verranno ascoltati i testimoni della difesa.

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