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Varicella, ma quale epidemia...

Salute

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Il direttore generale Ulss Compostella spiega: Normale il contagio in un ambito scolare. Casi in una media e in alcune elementari. Il presidente dell’ordine dei medici: Niente allarmismi.
Una decina di casi in una scuola materna, ma alcuni casi anche in una scuola media e diverse scuole elementari di Rovigo.



Una serie di casi di varicella per i quali si è arrivati addirittura a scomodare la parola “epidemia” quando i numeri non solo rientrano nella norma, ma sono addirittura al di sotto della media.




Ma si sà, i genitori si preoccupano. A volte anche oltre il necessario. Basti pensare - come sanno tutti quelli che oggi hanno più di 30 anni - che fino a poco tempo fa la varicella era una di quelle malattie per le quali i genitori speravano in un contagio rapido, in modo da togliersi il pensiero... Non trattandosi di malattia che lascia conseguenze, due settimane e passava la paura.




Oggi le cose sono cambiate, certo. Ma da qui a parlare di “epidemia” ce ne passa. E’ lo stesso direttore generale dell’Ulss 5 Antonio Compostella a dire di smetterla con gli allarmismi.



“Non c’è allarme - dichiara - Chiaramente essendo la varicella una forma contagiosa, in un contesto comunitario come la scuola è facile che se ci sono soggetti non immunizzati vengano colpiti. E’ normale che più soggetti vengano coinvolti”.

Poi entra nel caso concreto: “Nella scuola materna cinque dei bimbi colpiti non erano vaccinati gli altri cinque avevano fatto un primo richiamo, ma la vaccinazione non aveva fatto ancora il suo corso, quindi l’immunizzazione non era completa. Per questo sottolineiamo ancora una volta l’importanza delle vaccinazioni.





Il servizio completo sulla Voce di Rovigo di oggi 18 novembre
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