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Arcobaleno, bomba da 2,4 milioni

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Un project financing sconveniente per il Comune, che ora presenta il conto salato. Due le alternative: andare a giudizio o accettare aggio minore e servizi più costosi per i cittadini.
Una “bomba” da almeno 2,4 milioni di euro, ereditata in 13 anni di amministrazione “latitante”.



Una bomba che potrebbe far esplodere le casse comunali, già pesantemente minacciate dalla “questione Baldetti”.



Si tratta del caso “Arcobaleno”, la società di scopo nata nel 2002 per l’ampliamento del cimitero comunale di Rovigo, che ancora aspetta di essere completato (nel 2006 venne realizzato solo il primo stralcio, mentre gli altri due sono oggetto di un lungo contenzioso).




Il modello è sempre la stesso: project financing, presenza di un paio di clausole molto rischiose per il Comune e via con la perdita di tempo, la richiesta di risarcimento del danno e l’impasse amministrativo.


In questo caso il risultato è che la Arcobaleno (dal 2013 per il 90% di Asm spa, per lo 0,50% di Manutencop facility management spa e per il 9,5% di Sta, Società trattamento acqua) nel 2014 ha citato il Comune davanti al tribunale di Rovigo affinché riconosca l’inadempienza del Comune di Rovigo, che con il proprio comportamento omissivo, non avrebbe permesso la realizzazione delle opere mancanti del cimitero (il II e il III stralcio).



Il risarcimento del danno pari, appunto, a 2,4 milioni di euro consiste nel valore delle opere realizzate (il I stralcio) al netto degli ammortamenti, nelle penali comprensive dei costi per la risoluzione e in un indennizzo a titolo di risarcimento per mancato guadagno, pari al 10% delle opere ancora da eseguire.




Ma il flop del project financing mai passato in consiglio comunale e firmato il 26 febbraio del 2004, parte da lontano.



Secondo questo accordo: la società, allora composta da Cles e Manutencop, avrebbe dovuto al comune un aggio del 35% sui ricavi dalla vendita dei loculi, ma soprattutto, avrebbe assicurato - leggete bene - il “riequilibrio economico e finanziario dell’investimento anche mediante la copertura, tramite equivalente contributo in danaro, della quota di loculi e cappelle non vendute all’utenza”.



Il servizio completo sulla Voce di Rovigo di oggi 25 novembre
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