L'onorevole Crivellari la definisce una partita da giocare. I sindaci bassopolesani chiedono di partecipare ai tavoli della trattativa.
“Il territorio deve avere la rappresentanza all’interno della governance del Parco”. I sindaci polesani, all’indomani del summit a Porto Viro sul Parco unico del delta del Po, fra Veneto ed Emilia, sono pronti a scrivere direttamente al governo per far sentire la loro voce.
Il vertice era stato convocato dall’onorevole Diego Crivellari per fare il punto sull’emendamento per il parco interregionale del delta del Po inserito nella legge Finanziaria. “Siamo ad un bivio - spiega il deputato bassopolesano - la legge alla quale abbiamo lavorato per mesi purtroppo si era arenata. Ma ora c’è questo passaggio con l’emendamento in Finanziaria. L’opportunità di rivedere il parco c’è e sta anche alle due Regioni saperla cogliere e sviluppare. Se le due Regioni accetteranno di giocare la partita sarà quello il momento per riempire di contenuti il nuovo assetto e quello il momento perché i sindaci e il territorio possano partecipare”. E continua: “Il tema dell’area vasta si gioca in questa fase, per le aree interne nei prossimi anni saranno stanziati milioni di euro da utilizzare per sviluppare infrastrutture, mobilità, scuola. L’ho detto anche in sede di congresso Pd, questa è l’ora di decidere che sviluppo vogliamo raggiungere, e devono parteciparvi istituzioni, enti locali e categorie economiche. Questa partita la si deve giocare tutti assieme”.
I sindaci non sono contrari a questo passaggio, ma chiedono di partecipare alla fase dei contenuti. E per questo scriveranno presto al governo per ribadire che non sono contrari al parco interregionale, “ma che - puntualizza Massimo Barbuiani - primo cittadino di Adria - chiedono di non essere esclusi dai tavoli di concertazione. La nostra richiesta è semplice ed è sempre la stessa: ossia che il territorio sia presente nei momenti decisionali e nelle sedi in cui si decidono le strategie. La gestione futura del parco, la sua governance non possono non avere al loro interno rappresentanti del territorio”. Una linea ampiamente condivisa dagli amministratori dei Comuni bassopolesani. Franco Vitale, sindaco di Rosolina, dice: “Chi amministra le località polesane, all’interno dell’area del parco, deve poter avere voce in capitolo. E non deve succedere che la parte veneta sia minoritaria rispetto a quella emiliana. Ci vuole equilibrio. Noi ribadiamo quello che sosteniamo da sempre: va bene il parco unico interregionale, purché ci sia l’accordo di tutti e purché le rappresentanze locali siano adeguatamente assicurate”. La padrona di casa del summit, il sindaco di Porto Viro Maura Veronese spiega che “la posizione di noi amministratori polesani è condivisa e unitaria. Non siamo contrari ad un parco unico purché non sia nazionale. Va bene quindi l’ipotesi interregionale purché il territorio possa poter incidere”.
Al vertice con l’onorevole Crivellari c’era anche Moreno Gasparini, primo cittadino di Loreo: “Il territorio chiede di poter dire la propria nelle decisioni sulla formazione del management, del cda, dello statuto. Le regole devono essere scritte assieme. Per questo prima di dire sì al parco interregionale vogliamo che il governo si esprima su questi punti. E che ci sia l’ok del Veneto”. Insomma all’incontro di sabato è emersa la linea condivisa di chiedere al governo che le autonomie locali possano poter avere rappresentanza in tutte le sedi decisionali.
Per il Comune di Porto Tolle all’incontro ha partecipato il vicesindaco Mirco Mancin: “L’onorevole Crivellari ci ha aggiornato sull’iter per la trasformazione del parco da regionale in interregionale. Al tavolo dove si scrivono le regole il territorio bassopolesano deve essere presente”. Franceso Siviero, di Taglio di Po dice che “disponibili al dialogo, purché le cose non siano calate dall’alto. Abbiamo la maturità per partecipare alle decisioni e alle scelte. Sì al parco interregionale ma vogliamo essere protagonisti”.
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