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Corsi in magistratura, pm nei guai

L'indagine

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Il tribunale di Rovigo

Anche un pm di Rovigo coinvolto nell'inchiesta disciplinare sulle regole per i corsi di formazione, dalle minigonne al quoziente intellettivo dei fidanzati.
C'è anche un magistrato di Rovigo coinvolto nel caso relativo ai corsi di formazione per il concorso in magistratura nel quale si facevano richieste assurde alle concorrenti, al confine tra maschilismo e pregiudizi.


Una vicenda sulla quale sta facendo luce il Consiglio di stato che ha già preso provvedimenti disciplinari nei confronti di alcuni magistrati.


Fra le persone coinvolte anche un pubblico ministero in servizio alla procura di Rovigo, per lui sarebbe scattata una sospensione al fine di chiarire le sue responsabilità, che però al momento sembrano far parte di un filone secondario dell'inchiesta.


Al centro delle ricostruzioni dell'organo di autogoverno del Consiglio di Stato, il Cpga, ci sarebbero una serie di ricatti e pressioni a cui sarebbero stati sottoposti i corsisti dei corsi di formazione al concorso in magistratura tenuti dalla rivista "Diritto e scienza". Pressioni legate ad una sorta di contratto che le borsiste sarebbero state spinte a firmare e contenenti clausole assurde, legate all'abbigliamento da indossare, la minigonna, il quoziente intellettivo del fidanzato.


Al centro dell'indagine Francesco Bellomo, componente del Consiglio di Stato, la cui decadenza è stata approvata dal Consiglio di presidenza per la giustizia amministrativa.


Il pm di Rovigo, Davide Nalin, invece, assistente di Bellomo, è sotto verifica disciplinare da parte del Csm. Tutta da verificare quindi la sua condotta. L'inchiesta è nata dall'esposto di un genitore di una corsista.



Il servizio completo domani 10 dicembre sulla Voce di Rovigo
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