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Cocaina nella scarpa, condannato

Droga

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Oggi la sentenza del Tribunale per un 48enne albanese trovato in possesso di un "sasso" di cocaina ancora da tagliare. Nella stessa operazione erano finite in manette altre tre persone.
Teneva la cocaina in una scarpa, ma il nascondiglio non era sfuggito al fiuto di un cane poliziotto. Così per Astrit Gjeci, di origine albanese ma residente a Rovigo, erano scattate le manette. E stamattina (19 dicembre) è arrivata anche la condanna del Tribunale di Rovigo. Il giudice Silvia Varotto, al termine dell’udienza con rito abbreviato ha letto una sentenza di condanna a 8 mesi, pena non sospesa, visti i precedenti dello straniero.



Un mese fa, quando era scattato il blitz della squadra mobile della questura di Rovigo, insieme ai colleghi del reparto cinofilo di Padova, l’appartamento di Gjeci aveva restituito non soltanto droga ma anche gli attrezzi tipici del pusher. Oltre a un sasso di cocaina di quasi 12 grammi nascosto in una scarpa, i poliziotti avevano trovato, infatti, un bilancino di precisione e 1.800 euro in contanti, ritenuti provento di spaccio. Anche il cellulare del 48enne aveva restituito prove eloquenti: messaggi con scritto “Me ne prepari una” che i clienti inviavano al loro spacciatore per ordinare le dosi.



A finire nei guai, in quell’occasione, erano stati anche due fratelli albanesi residenti a Santa Maria Maddalena: Bequir e Taolant Domi, che la settimana scorsa sono comparsi di fronte al giudice. Il maggiore, Bequir, si era assunto tutta la responsabilità patteggiando un anno e 9 mesi, mentre il fratello è stato assolto. Anche per il rodigino Nicola Gasparetto era scattato l’arresto per spaccio.



L’operazione antidroga era scaturita dall’indagine avviata a seguito dell’overdose di Enrica Boni, la 45enne di Rovigo che il 2 dicembre del 2016 si è accasciata nel suo appartamento. A marzo di quest’anno, dopo tre mesi di agonia si è spenta in ospedale per aver assunto una dose troppo pesante di polvere bianca. Nel frattempo la polizia aveva aperto un’indagine per capire quale fosse il canale di approvvigionamento, facendo finire in manette i quattro spacciatori.

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