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Diagnosi scambiate, l'Ulss 5 si scusa

Il caso

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Antonio Compostella

Il direttore generale dell'Ulss 5 Compostella chiede scusa per la diagnosi di tumore consegnata alla persona sbagliata per un caso di omonimia.
Il direttore generale Compostella chiede scusa. “Sono costernato, non riesco ad immaginare le ore terribili che quella famiglia ha passato per l’involontaria sostituzione di persona. Non possiamo che scusarci pubblicamente con l’uomo a cui è stato consegnato un referto destinato ad un omonimo, e con la sua famiglia. E ovviamente assicurare che l’attenzione, anche da questo punto di vista sarà sempre al massimo”.


Antonio Fernando Compostella, direttore generale dell’Ulss 5 polesana non usa giri di parole per chiedere pubblicamente scusa per l’errore commesso all’ospedale di Rovigo nei giorni scorsi, confermando che “cercheremo di approfondire quello che è successo”.


Qualche giorno fa ad un 66enne di Rovigo era stato consegnato l’esito di un esame di gastroscopia con analisi istologica. Un responso che parlava di tumore. Dopo ore di sgomento e paura per un male che sembrava non dare scampo l’anziano e la sua famiglia si sono accorti che il referto medico riportava il nome e cognome suo, ma che indirizzo e data di nascita erano diversi. In pratica al rodigino era stata consegnata, per sbaglio, la diagnosi destinata ad un suo omonimo.


“Una cosa grave - spiega Compostella - posso solo immaginare le ore terribili che quella famiglia ha trascorso credendo che quella diagnosi fosse destinata al 66enne. Si è chiaramente trattato di un errore umano, un disguido materiale del quale mi scuso pubblicamente. Certe sostituzioni di persona sono rarissime, errori di omonimia che non dovrebbero mai verificarsi, ma il rischio c’è. Per quel che riguarda degenze, cartelle cliniche ed esami di reparto il pericolo di questi scambi è stato praticamente azzerato. Nel caso di visite ed esami ambulatoriali, invece, c’è ancora una bassissima percentuale che si possano verificare. Non credo ci siano stati vizi di procedure, o mancanze nei vari protocolli adottati. L’errore è stato di chi ha scambiato i due referti ed ha letto solo nome e cognome del destinatario senza accorgersi che data di nascita e indirizzo erano diversi”.


Il numero uno della sanità polesana dice anche che “questo spiacevolissimo inconveniente ci spinge a far sì che l’attenzione su questi aspetti sia sempre al massimo".
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