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La scrivania di Nixon, fra i cimeli dell'Accademia

La curiosità

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Lo studio che fu del presidente Usa è al primo piano dell'Accademia dei Concordi, che custodisce anche una ricca collezione egizia.
Prima di sedersi nello studio ovale della Casa bianca Richard Nixon lavorava alla scrivania che ora è nell’ufficio di presidenza dell’Accademia di Concordi. La lampada che illumina i documenti da firmare del presidente Boniolo, una sessantina di anni fa aveva fatto luce sulle pratiche che il futuro presidente degli Stati Uniti, poi dimessosi per lo scandalo Watergate, avrebbe dovuto valutare nel suo lavoro di avvocato.


E’ una delle curiosità dell’Accademia dei Concordi di Rovigo che l’altro giorno ha mostrato al pubblico il suo castello librario. I Concordi, infatti, sono uno scrigno di libri e documenti, ma anche di reperti. E gioielli storici come la ricca collezione egizia, definita una delle più complete del Veneto, che presto sarà al centro di una mostra. Un insieme di oggetti storici che comprende anche una mummia egizia con un bambino (vedi articolo sotto).


Ma ci sono anche alcune curiosità come, appunto, la scrivania e lo studio che appartennero a Richard Nixon. Prima che diventasse il presidente americano che succedette a Lyndon Johnson, nel 1968, e che otto anni prima venne sconfitto da John Kennedy. La scrivania appartenne a Nixon (morto nel 1994) quando ancora faceva l’avvocato. E non sol la scrivania, in pesante legno della California, ma anche una lampada, una poltroncina, due sedie, il tavolino portatelefono, un tavolo da riunioni, due armadi portapratiche. Il tutto in stile americano anni ‘40-‘50. Fanno parte dello studio che nel quale il 37esimo presidente degli Stati Uniti mosse i primi passi da politico, magari proprio con i gomiti appoggiati sul quel legno della California accetto di entrare in politica col partito Repubblicano e poi di diventare vicepresidente di Dwight Eisenhower, il generale a stelle e strisce che coordinò lo sbarco in Normandia e che poi sedette per due volte alla Casa bianca.
Insomma un pezzo di storia americana, ma anche mondiale, all’interno dell’Accademia. Una vicenda poco conosciuta, molti rodigini ne sono all’oscuro, e tornata in primo piano l’altro giorno con la visita del sindaco di Rovigo al patrimonio librario concordiano. Come ha fatto - si chiederanno in molti - a finire a Rovigo la scrivania del presidente americano più chiacchierato della storia? Celebre per il disgelo dei rapporti fra Usa e Cina, ma anche per la guerra in Vietnam e poi per lo scandalo Watergate, il più popolare della storia politica del Dopoguerra.


Lo studio Nixon fu donato all’Accademia una decina di anni fa da Lola Suriani, vedova di Nino Suriani, imprenditore rodigino, presidente degli industriali ed esportatore dell’aglio polesano. Suriani aveva ricevuto l’ufficio nixoniano dal suo socio, Puccinelli, residente negli Stati Uniti e amico di Nixon. Puccinelli a sua volta l’aveva ricevuto dal futuro presidente, che aveva abbandonato l’attività forense per seguire la politica. Ricevuto il dono l’allora presidente dell’Accademia Luigi Costato fece trasferire il tutto nell’ufficio di presidenza al primo piano dell’edifico che ospita l’Accademia.


Insomma un pezzo della grande storia è proprio a Rovigo. E chissà quanti segreti sono stati custoditi in quei cassetti, di quel periodo, tra le altre cose è proprio il delitto Kennedy, l’inizio della guerra in Vietnam, l’attivismo della Cia in mezzo mondo. Chissà quante volte Nixon, seduto su quella poltroncina, avrà pensato al suo futuro al fianco di Eisenhower, e magari a scalare le vette della politica americana. Suggestioni che ognuno può provare dando un’occhiata in quell’ufficio dell’Accademia dei Concordi.
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