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Il combattente rodigino si appella al Papa: "Fermi la strage"

Il messaggio

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Il giovane polesano che si è unito alle milize curde: Mentre vi arrivano queste righe le bombe dell'artiglieria Turca cadono sulle nostre teste.
Un appello al Papa perché fermi "l'aggressione turca ed i crimini perpetuati dai gruppi Jihadisti supportati da Ankara". Il giovane rodigino che si è unito alle milize curde, ha lanciato un messaggio al pontefice in vista del suo incontro con il presidente turco Erdogan, rilanciato poi sul web dal "giornalista combattente" Claudio Locatelli.



"Siamo tre italiani di Rovigo, Roma e Firenze, combattenti volontari in Siria nelle Unità di Protezione Popolare Ypg - si legge nel messaggio - Il 5 febbraio Erdogan, presidente turco, sarà presente a Roma, in Vaticano.
Mentre vi arrivano queste righe le bombe dell'artiglieria Turca cadono sulle nostre teste. Gli Jihadisti supportati da Ankara avanzano cercando di penetrare nel nostro territorio. Centinaia di civili sono stati colpiti e l'aggressione si sta lentamente trasformando in una carneficina".



"Il popolo di Afrin è parte di quella realtà di combattenti che ha resistito a Kobane, liberato Raqqa e inferto le più dure sconfitti ai terroristi di Isis contribuendo alla caduta del califfato. Abbiamo visto con i nostri occhi donne e bambine in fuga dai loro villaggi venire colpiti a morte.
Non contento di massacrare civili l'esercito turco si è accanito sul patrimonio storico, distruggendo il tempio millenario Ittita di Ain Dara.



"Ci appelliamo a Papa Francesco e al Governo italiano affinché si pronuncino sull'aggressione Turca ed i crimini perpetuati dai gruppi Jihadisti supportati da Ankara. Non lasciamo soli gli uomini e le donne che hanno donato tutto per liberare il mondo da Isis ed instaurare un modello democratico unico in medio oriente ed oltre".
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