Una legge regionale valorizza e sostiene la birra artigianale. In provincia di Rovigo ci sono due aziende, a Lendinara e a Canaro.
La normativa regionale promuove e valorizza i birrifici artigianali grazie ad una proposta di legge regionale approvata a Venezia. E i birrifici? Come se la passano, o come crescono in una terra da sempre vocata al vino? In Veneto i birrifici, o microbirrifici, artigianali sono numerosi. In Polesine invece si contano sulle dita di una mano. Produzioni quasi di nicchia, ma che stanno conquistando fette sempre più larghe di appassionati, clienti, mercato. Al momento i birrifici artigianali sono due. Il primo ad aver dato il via è il Rattabrew di Lendinara. Poi è stata la volta del Birrificio 1058 di Canaro. Tra poco potrebbe essere la volte di un’azienda-birreria di Rovigo.
A Canaro da un paio di anni è sorto il Birrificio 1058, dove la produzione di birra rientra fra le attività complementari dell’azienda agricola gestita da Paolo Garbellini. Dal produttore al consumatore, in questo caso, perché la birra prodotta dagli impianti di via Viezze, è fatta con l’orzo coltivato nei campi dell’azienda. “Noi - spiega Paolo - produciamo circa 5mila litri di birra all’anno, di tre tipi: bionda, rossa e ambrata. Io coltivo, sui miei terreni, 5 ettari di orzo, un centinaio di quintali dei quali dedicati alla produzione di birra. Un vera birra chilometro zero, quindi. Partecipo a fiere, mercatini, sagre, rifornisco ristoranti e bar, e vendo bottiglie al dettaglio. Devo però riconoscere che, almeno n Polesine, deve ancora crescere la cultura della birra di qualità. Occorre abituare il consumatore a bere birra artigianale, che magari costa un pochino di più di quella industriale, ma ha un sapore diverso, di qualità appunto”. E poi la continua lotta, come nelle altre aziende, contro la burocrazia e le tantissime tasse. “Più che un mestiere, una passione - che però deve essere portata avanti con scrupolo e continui aggiornamenti”.
Il Rattabrew, invece, è attivo a Lendinara da 5 anni e produce 28mila litri di sette birre che poi commercia nel Triveneto. “Siamo io - spiega il titolare birraio Mirko Boghesan - e un dipendente. Finalmente si accorgono di noi anche a livello regionale e normativo. Se davvero si deciderà di puntare sulla valorizzazione e sulla promozione dei birrifici artigianali sarà un bene. Quello che dovremo provare a fare è una maggiore rete, fare squadra, ne beneficerebbe l’intero settore”. Borghesan ammette che “la birra artigianale costa un po' di più di quella industriale, ma è normale. Anche il vino di qualità costa di più del vino da pochi soldi”. Il grande nemico è la burocrazia: “Ce n’è tantissima. E poi le accise, le tasse che paghiamo su ogni litro di birra prodotta. Il vino, ad esempio, queste accise non le paga. In Polesine e in Veneto, per fortuna, il consumo di birra artigianale cresce anno dopo anno”.
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