Fiumi di droga in Polesine, in 30 davanti al giudice

Dal Marocco al Polesine vendendo fiumi di hashish e cocaina. Ieri mattina il fascicolo della maxi operazione antidroga Taraqa è finito tra le mani del gup del Tribunale di Rovigo Alessandra Martinelli.



Un’udienza preliminare particolarmente affollata, quella di stamattina (9 febbraio), visto che gli indagati sono 30, anche se non tutti sono comparsi di fronte al giudice. Alcuni di loro, infatti, risultano irreperibili, altri invece, stanno ancora scontando le misure cautelari emesse dal gip nell’ambito della vasta operazione antidroga di cui si era occupata a ottobre del 2016 la squadra mobile di Rovigo, coordinata dal pm Sabrina Duò. Per eseguire le misure erano stati mobilitati ben 360 agenti, 8 cani poliziotto e un elicottero. Un dispiegamento di forze che aveva permesso di eseguire 22 arresti in flagranza e aveva portato al sequestro di oltre un quintale di hashish e due chili di cocaina.



Nell’udienza di oggi sono stati sbrigate soltanto gli aspetti tecnici, in vista del rinvio al prossimo 18 luglio, quando arriveranno le prime sentenze per chi ha chiesto il patteggiamento e i riti abbreviati. Per le altre posizioni, invece, verrà discusso l’eventuale rinvio a giudizio con l’accusa di spaccio di stupefacenti.



Quella sgominata dagli agenti della squadra mobile era un’ampia rete di commercio di droga, che copriva non soltanto il Polesine ma anche le province vicine e in cui risultano coinvolti sia italiani che marocchini. Dei 30 indagati, ben 23 sono nati in Marocco mentre 11 sono domiciliati in Polesine.



Ad attirare l’attenzione degli inquirenti erano stati proprio i movimenti sospetti di un magrebino che viveva a Lusia spacciando cocaina. Attraverso appostamenti e indagini, i poliziotti erano riusciti a risalire ai fornitori, ricostruendo così l’intero circuito della droga, che dal Marocco raggiungeva i porti di Genova e Livorno per poi essere commerciata al dettaglio in tutto il Nord Italia.