I fanghi Amit una bomba ecologica

Vasche e corsie di stoccaggio “completamente sature di rifiuti” e ancora “sistemi di rivoltamento dei rifiuti inattivi dal 31 gennaio per sospensione della fornitura elettrica”, e infine “sistemi di aspirazione e trattamento dell’aria esausta inattivi”.



I capannoni della Nuova Amit di Boara Polesine sono mantenuti chiusi per evitare la dispersione dei prodotti derivanti dalla fermentazione, ma dentro cova una vera e propria bomba ecologica.



Se ne è resa conto per tempo la Provincia che a inizio febbraio, dopo segnalazione e per evitare una nuova “Coimpo” ha avviato subito i controlli e diffidato l’azienda a mettersi in regola.



“Abbiamo deciso di attivarci subito con gli uffici ambiente - ha dichiarato Marco Trombini - in via preventiva e visto i precedenti. Abbiamo, insomma, drizzato subito le antenne”.



Già perché la ditta che ha sede a Boara Polesine, ha chiesto al tribunale di Venezia il concordato fallimentare o un accordo per la ristrutturazione dei debiti. E contemporaneamente ha chiuso le attività e il conferimento dei rifiuti, tagliando anche l’energia elettrica.



Se però tutto è congelato dal punto di vista economico, non lo è dal punto di vista ecologico, visto che i rifiuti vanno in fermentazione e possono provocare seri danni alla salute, come sottolinea la stessa Provincia.



Che dopo il controllo dell’Arpav che ha rilevato una serie di rischi potenziali all’ambiente e alla salute, ha diffidato la nuova Amit dal gestire l’impianto in difformità delle prescrizioni Aia. Ha intimato il gestore di adottare misure “urgenti” per ripristinare i sistemi di estrazione e trattamento dell’aria esausta del capannone C, entro sette giorni dal ricevimento della diffida (inviata il 7 febbraio scorso)”.



Il servizio completo oggi 11 febbraio sulla Voce di Rovigo