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Seguita al parco da tre stranieri

La storia

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Una mamma di Rovigo scrive al sindaco raccontando la sua brutta esperienza. “Ho preso una tale paura che ho camminato il più veloce possibile per tornare a casa”.
Porta la figlioletta al parco ma si ritrova inseguita da tre uomini di colore. Sono attimi di preoccupazione e paura quelli vissuti ieri pomeriggio da una signora che abita nel quartiere di San Pio X e che aveva scelto il parco Pampanini come meta ideale in cui trascorrere qualche ora all’aperto insieme alla sua bambina.



Ma la donna è stata costretta ad allontanarsi perché si sentiva in pericolo, come lei stessa ha raccontato in una lettera inviata al sindaco Massimo Bergamin. “In questa bella giornata di sole - scrive la mamma - volevo portare mia figlia al parchetto qui vicino a casa per andare con lo skateboard”. Non appena è arrivata nell’area verde, la signora si è accorta di tre ragazzi di colore, a cui lì per lì non aveva badato più di tanto.



“All'inizio pensavo fossero ragazzini - prosegue la donna - invece, più mi avvicino più mi rendo conto che sono adulti e che ci fissano. Eravamo sole in tutto il parco così ho fatto istantaneamente un rapido dietro-front con mia figlia”. La manovra non è passata inosservata ai tre stranieri, che hanno tentato di fermare la “fuggitiva” chiamando: “Signora, signora”. Vedendo però che il loro invito cadeva nel vuoto, i tre si sono avvicinati.
“Ho preso una tale paura che ho camminato il più veloce possibile e siamo tornate a casa. Ora io non so cosa volessero questi signori da me e non sono rimasta per scoprirlo - confessa la signora - ma con tutto quello che si legge nei giornali e che si vede al tg...”.



La donna ha preferito non rischiare, temendo di trovarsi in una situazione poco piacevole. Così ha raggiunto velocemente casa sua e, una volta passata la paura, ha impugnato la tastiera per informare dei fatti il primo cittadino. “Sono indignata, arrabbiata e preoccupata. - si legge nel messaggio inviato a Bergamin - In una splendida normale giornata di sole non posso neanche più andare al parco con mia figlia in totale tranquillità?”.



Poi l’indignazione cede il posto al desiderio di una maggiore sicurezza. “Le chiedo come si possa risolvere una situazione del genere. Al di là della mia singola (brutta) esperienza di oggi credo che questo sia un pensiero condiviso da molti”. Un problema, quello sollevato dalla mamma rodigina, avvertito con maggiore o minore urgenza in tutta la Penisola visto che riguarda la sfida della convivenza tra culture diverse, con tutti i pregiudizi e le difficoltà che le gravitano attorno.

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