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Onoranze funebri, Bergamin attacca: se questi sono sindacati...

L'affondo del sindaco

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Massimo Bergamin

Il primo cittadino durissimo: avevo proposto una salvaguardia di tre anni per tutti i lavoratori, l'hanno rifiutata. I lavoratori chiedano conto ai loro sindacati quello che sta succedendo...
In ballo ci sono quattro posti di lavoro, e tutti si dicono impegnati per “trovare una soluzione”.



Ma c’è molto di più: c’è una diversa visione del mondo del lavoro, dell’economia, del ruolo del pubblico che qualcuno si ostina a considerare come una “grande mamma”.



I quattro licenziamento annunciati da Onoranze Funebri, fino allo scorso anno società controllata dal comune tramite Asm Spa ed oggi in mano ai privati, hanno aperto un fronte. E il sindaco Massimo Bergamin non ci sta proprio a finire sul banco degli imputati. La rivenderebbe quella società? “Cento volte la rivenderei, ci mancherebbe”.



Anche perché tira fuori dalla manica il suo asso: “Io ai sindacati avevo proposto una mediazione: tre anni di salvaguardia di tutti i posti di lavoro. Loro ne chiedevano 10. Una proposta che nessuna azienda privata potrebbe mai accettare. Così loro hanno rifiutato l’accordo. Ma in realtà volevano altro: volevano far saltare la cessione di una società che per anni è stata controllata dai partiti. I lavoratori, per il cui futuro sto lavorando da subito, chiedano conto ai loro sindacati che li difendono a parole...”.



Quello del sindaco è un vero e proprio affondo. Pesantissimo.



Le vicende negative legate ad Onoranze Funebri sono ben note e la loro genesi risale alla gestione del governo di sinistra, all’epoca al vertice sia del Comune di Rovigo che dell’azienda partecipata. Per guardare solo al bilancio, per esempio, il 2014 si è chiuso con una perdita di 66.588 euro, mentre il 2015, ancora, si è chiuso con un passivo di 60.503 euro. Dall’insediamento di questa amministrazione e con la nomina da parte mia della nuova amministratrice Laura Drago, sono state attuate una serie di azioni volte a risanare il bilancio con una riduzione dei costi di circa 100mila euro, portando così l’azienda ad un risultato economico positivo di 30mila euro in un solo anno. Come ha potuto un’azienda che fornisce servizi sul libero mercato (quindi in regime di concorrenza) perdere così tanti soldi negli anni quando le imprese del settore sono solide e con bilanci floridi?”.



“Forse - insiste Bergamin - sono stati assunti troppi lavoratori prima? Io lo dico senza timore. Le risposte dovrebbero darle, ancora una volta, molti amministratori di sinistra del passato”.



La replica di Cgil, Cisl e Uil: “Non ci ha mai voluto incontrare, e non c'è stata alcuna proposta di accordo”.
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