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Tra i ghiacci per il clic perfetto

Il personaggio

Il fotografo rodigino Marco Ronconi è reduce da un’avventura in Canada, nella terra dei cercatori d’oro: “Il viaggio è il vero motore di tutto. E alla mia Rovigo dico: valorizza i tuoi talenti”.
Settemiladuecento chilometri percorsi in 22 giorni, in mezzo alla tundra artica, su strade ghiacciate e circondate da cumuli di neve, per immortalare la lince selvatica.



“E’ un animale ormai difficilissimo da osservare allo stato brado. Persino le grandi troupe naturalistiche vanno nelle oasi per poterle vedere. Io invece in tre settimane l’ho vista addirittura tre volte, libera, nel suo habitat. Un’emozione fortissima: quando l’ho vista volevo rincorrerla, poi mi sono ricordato che non è proprio un micione...”.



Marco Ronconi, rodigino doc, 34 anni quest’anno, ormai è un veterano dei grandi viaggi naturalistico-fotografici. E’ reduce dalla sua ultima avventura, che con l’amico Enrico Boscolo di Chioggia l’ha portato a battere l’Alaska Highway (che a dispetto del nome si trova in Canada) da Alberta allo Yukon, nelle terre selvagge rese leggendarie dai cercatori d’oro del 19esimo secolo.



“In questa stagione, lassù ci sono 38 gradi sotto zero di notte, e pochi di più di giorno. E’ una parte di mondo in cui gli altri vanno soltanto da primavera in avanti. Io invece volevo andarci d’inverno”, spiega.



Marco Ronconi svela dunque la sua filosofia: “Mentre prima incentravo tutto sui miei scatti, ora ritengo che sia il viaggio la vera esperienza, quando vado in questi luoghi. Anche perché organizzo tutto per conto mio: non mi affido a guide o agenzie, non voglio la pappa pronta o le fotografie da ‘fast food’. La mia impostazione è diversa: voglio scoprire le realtà che attraverso, immergermi dentro dal punto di vista dello spirito. Ed è così che nasce l’immagine perfetta”.



E Rovigo? “La mia città... è per me croce e delizia”, risponde. “Mi piacerebbe che Rovigo sapesse valorizzare di più i propri talenti. E non parlo di me: sono tante le persone bravissime che conosco, in città e in provincia. Ma a volte ho l’impressione che siamo un po’ miopi, e che chi organizza eventi culturali preferisca invitare gente da fuori”.



“Eppure - conclude - i rodigini e i polesani hanno talento ed enormi potenzialità. Siamo capaci di cose meravigliose. Solo che qui, purtroppo, non se ne parla”.



L'intervista completa sulla Voce in edicola domenica 18 marzo.
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