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Pure gli infrarossi adesso perdono i pezzi

Strade colabrodo

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Dubbi sull’efficacia del trattamento anti-buche, ma il comune va avanti. Gli interventi dovrebbero essere fatti nella stagione calda. Sono 350 i crateri già ricoperti.
Trecentocinquanta buche sistemate, di cui 150 con gli infrarossi. Ma l’impressione è che siano ancora migliaia le voragini aperte nelle strade della città.



E la lotta del comune - che con l’assessore ai lavori pubblici Antonio Saccardin assicura di essere in prima linea sulla questione - è impari.



Anche perché la tecnica a raggi infrarossi, che prometteva di sistemare una volta per tutte il problema delle buche, non sta dando i frutti sperati. Emblematico, in questo senso, il caso della voragine di via Bramante, davanti a Casa Serena, che si è riaperta, forse persino più grande di prima, pochi giorni dopo il passaggio del macchinario ad infrarossi, che l’aveva ricoperta con una striscia d’asfalto.



Un intervento durato pochissimo, e scioltosi - è proprio il caso di dirlo - come neve al sole: dopo la settimana polare di inizio marzo, l’asfalto appena steso si è sfaldato, restituendo alla città... la sua buca.



Un episodio che ha lanciato ombre sul metodo sperimentale a raggi infrarossi e sulla sua efficacia, specialmente quando viene utilizzato nei mesi freddi. In ogni caso, la sperimentazione ha assorbito 75mila euro di risorse pubbliche. Con risultati discutibili. Eppure, il comune va avanti per la sua strada.



Il servizio completo sulla Voce in edicola venerdì 23 marzo.
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