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Torture, militare querela la Iena

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Valerio Ercole inseguito da Pelazza e definito “seviziatore” per le violenze in Somalia. Il procedimento per diffamazione andrà davanti al gip. Il pm vuole archiviare, ma c’è opposizione.
Pedinato, molestato, definito “torturatore” e infine diffamato. Così si è sentito l’ex maresciallo della Folgore, Valerio Ercole, 51 anni, originario di Livorno e residente a Rovigo quando nell’aprile 2014 divenne protagonista di un servizio delle Iene confezionato da Luigi Pelazza.




Ercole era in missione in Somalia nel 1993 e finì accusato di abuso di autorità per le presunte torture patite da un somalo. In una foto, infatti, il maresciallo era stato ripreso insieme ad altri due suoi commilitoni mentre stava per applicare due elettrodi ai genitali del ragazzo africano. In un primo grado il maresciallo Ercole fu condannato a un anno e sei mesi di reclusione.



La sentenza secondo la difesa fondata su elementi indiziari e contraddittori, venne appellata e la corte di Firenze nel 2011 ha assolto il militare per avvenuta prescrizione.




La difesa di Ercole, allora, aveva sottolineato che i medici legali non avevano riscontrato lesioni nel somalo. Circostanza confermata dal giudice di primo grado.




Con il servizio delle Iene del 2014 - secondo la querela per diffamazione presentata alla procura di Rovigo - una nuova gogna mediatica e molte imprecisioni, come, ad esempio, l’omissione dell’assoluzione in secondo grado, appunto, per prescrizione.




Il militare, oggi di stanza a Verona, è seguito nella vicenda dall’avvocato Pierluigi Bonafin, mentre il difensore d’ufficio di Luigi Pelazza è Stefano Marangon. La procura di Rovigo ha chiesto l’archiviazione del caso invocando la scriminante del diritto di cronaca e di critica.



Ma la parte offesa si è opposta, chiedendo - tra le altre cose - l’acquisizione nel fascicolo del video “incriminato”, ovvero il servizio di Pelazza, che in puro stile Iene dà del torturatore al militare, dice che ha le carte in mano, ma non sottolinea che in appello ha ottenuto l’assoluzione sebbene per avvenuta prescrizione.



Il servizio completo oggi 24 marzo sulla Voce di Rovigo.
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