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Economia
23.05.2018 - 20:18
Un miliardo e 359 milioni di euro in esportazioni, che sono finalmente tornate ai livelli pre-crisi. Solo nell’ultimo anno, cioè tra il 2016 e il 2017, il valore del made in Polesine venduto all’estero è cresciuto dell’11%, facendo balzare le cifre relative all’export sopra al miliardo e 224 milioni fatto registrare nel 2008, anno di inizio convenzionale della grande crisi.
Lo dicono i numeri del rapporto sull’economia polesana elaborato dalla direzione studi e ricerche di Intesa San Paolo e illustrati ieri dai curatori dello studio, Giovanni Foresti e Anna Maria Moressa.
A guidare le esportazioni è il settore meccanica, per un valore complessivo che sfiora i 293 milioni di euro, seguito dall’agroalimentare con 276 milioni di euro, e per proseguire poi con la chimica (183 milioni) e la gommaplastica (125 milioni).
L’agroalimentare, uno dei settori trainanti per la nostra provincia, tra il 2008 e il 2017 è cresciuto quasi del 30%, facendo registrare un +6% dell’export solo nell’ultimo anno. Il settore alimentare, al netto dell’industria ittica, da solo esporta merce per 116 milioni di euro, l’agricoltura polesana vale - all’estero - 71,8 milioni di euro, mentre il mercato delle bevande (cresciuto del 150% in un anno) arriva a fatturare 44 milioni di euro all’estero. Il comparto pesca vale 43 milioni.
Meritano un focus a parte, vista la natura della nostra provincia, i dati relativi al distretto ittico del Polesine e del veneziano. Porto Tolle, in particolare, si piazza al secondo posto dietro Chioggia per produzione ittica, con 8.535 tonnellate l’anno, pari al 42% dell’intera produzione regionale, con prevalenza del pesce azzurro (50,3% del totale regionale) e dei molluschi (44,3% del totale veneto). Dal 2016 la variazione della produzione è cresciuta del 12,4%.
E l’acquacoltura rimane il vero fiore all’occhiello del Polesine: nella nostra provincia si concentra infatti il 78% della produzione veneta di vongole e il 60% di quella di mitili. Tra i prodotti ittici il mercato dei molluschi, sia vivi che conservati, è quello che si è sviluppato maggiormente sui mercato internazionali con le esportazioni che hanno toccato i 29,5 milioni di euro nel 2016 e le importazioni ben 226,4 milioni di euro, il che conferma la domanda crescente del mercato interno.
Nel 2017 il distretto ittico del Polesine e Veneziano ha toccato i 102,8 milioni di esportazioni con una crescita del 20% rispetto al 2008; la Germania rimane il principale mercato di sbocco con 34,5 milioni di euro e rappresenta il 33,5% delle esportazioni del distretto, mentre sul lato importazioni, la Spagna è il principale player con 122,6 milioni di euro.
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