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Il saluto di Trombini: “La Provincia non è solo Consvipo”

Marco Trombini si congeda dal consiglio provinciale togliendosi qualche sassolino dalla scarpa. Si è messo a disposizione del suo successore: “Il presidente deve percepire un compenso”

Tra una battuta, una citazione, un episodio mitico e un ringraziamento, nello stile che è il suo marchio di fabbrica, Marco Trombini ha pronunciato oggi pomeriggio 17 ottobre a Palazzo Celio il suo ultimo discorso da presidente. E si è già messo a disposizione del suo successore, che sia Francesco Siviero, sindaco di Taglio di Po (per il centrosinistra) o Ivan Dall’Ara (per il centrodestra).

In eredità gli lascia “una pila di fascicoli pronti sul tavolo con le cose che lascio in sospeso - dice ancora - pronto a dare una mano e a introdurre il mio successore a Palazzo Celio, cosa che non ha fatto Tiziana Virgili con me. Io non l’ho mai chiamata, ma nemmeno lei. Invece mi riprometto di essere disponibile con chiunque prenda il mio posto”.

E aggiunge, levandosi qualche sassolino dalla scarpa: “La Provincia, non è solo Consvipo e diritti di pesca ma tanti altri settori in cui spendersi costantemente. Tanto che lavorerò fino al 31 ottobre, perché come scrisse Calvino in ‘Lezioni americane’, le cose bisogna iniziarle e finirle”.

Il consiglio provinciale ha approvato ieri il passaggio di alcune strade dalla provincia ai comuni, in modo da assicurare una manutenzione a tratti di strada che sono comunali di fatto. E anche una variazione di bilancio da circa 30mila euro per manutenzione a scuole e strade. “Ecco due argomenti chiave che non bisogna perdere di vista”, assicura Trombini.

E continua: “Qualsiasi veste si vorrà dare all'ente che pare si voglia far tornare al centro della politica come ente di collegamento tra comuni e Regione, bisognerà tenere a mente che un presidente di Provincia non può assumere questo ruolo senza un compenso, come è stato per me. Perché è molto impegnativo, soprattutto se si ha un lavoro”.

Nel suo ultimo discorso da presidente, infine, Trombini ha ringraziato tutti i consiglieri, nessuno escluso e ha “fatto la pace” con Michele Aretusini, perché “intanto è uno dei consiglieri che è stato sempre presente. E poi perché è anche giusto essere stimolati nella discussione, e io sono convinto che lui mi abbia più volte pungolato non per un fine politico, ma perché sosteneva la sua tesi”. E con qualche aneddoto dagli argini del Po che furono, si è congedato.

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