VOCE
Veneto
17.11.2018 - 17:26
Rapina a due anziane: la condanna è arrivata per la badante, ma anche per la figlia e il fratello di quest’ultima. Tre anni di reclusione per A. G., 48 anni di Roveredo di Guà (Verona), la figlia G. F. di 23 anni e il fratello E. G., 46 anni di Cologna Veneta (Verona), tutti difesi dagli avvocati Paolo Mele e Nicola Guerra di Vicenza.
Il terzetto è accusato di aver architettato e messo in atto la rapina ai danni di Onelia e Ancilla Tognolo: le due donne, il 16 dicembre 2015 (allora avevano 95 e 93 anni e nel frattempo sono decedute), vennero aggredite nella loro abitazione di via Luppia Bassa, ai confini tra Megliadino San Fidenzio di Borgo Veneto e Montagnana. Erano le 17 e le due anziane aspettavano la badante, A. G. appunto. Alla porta, però, si erano presentate tre persone a volto coperto: il terzetto aveva steso a terra le due malcapitate e le aveva legate a caviglie e polsi, utilizzando in particolare cavi elettrici e senza il minimo tatto nei confronti di due donne così anziane e fragili.
Avevano poi razziato casa – cercando però in posti precisi, quasi come se sapessero dove guardare – portando via 10mila euro e qualche gioiello. A dare l’allarme era stata la stessa badante, che aveva finto di aver trovate le due anziane residenti ancora legate.
I troppi errori commessi dalla banda – a partire dalla Fiat Punto di madre e figlia posteggiata davanti a casa Tognolo ben cinque ora prima dell’inizio del turno di lavoro – e le successive intercettazioni ambientali dei carabinieri hanno però fatto emergere la verità: quella scorribanda violenta era stata commessa dalla stessa A. G., dalla figlia – che in quel periodo era disoccupata e che spesso sostituiva la madre a casa delle sorelle Tognolo – e da almeno altre due persone.
Sotto accusa erano finiti il fratello della 48enne e il figlio di quest’ultimo, un ventenne, entrambi residenti a Cologna Veneta.
La figlia G. F. sarebbe stata l’autista, mentre il terzetto che aveva messo piede in casa sarebbe stato composto da badante, fratello e nipote. Per i quattro familiari-rapinatori il pubblico ministero aveva richiesto 6 anni di reclusione. Il giudice ha ridotto la condanna a 3 anni (oltre a mille euro di pena economica a testa), assolvendo però il nipote. Che, dunque, secondo l’autorità giudiziaria non sarebbe stato in quell’abitazione durante la violenta rapina.
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